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La cartella esattoriale arriva due volte

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Doppia notifica di una cartella esattoriale da parte di Equitalia, che invia ben due volte la stessa istanza di pagamento, nonostante i termini siano scaduti. Nel primo caso è stato fatto ricorso, vinto,  ed ora per la seconda notifica verrà seguito lo stesso iter.  
E’ decisamente curiosa la vicenda che vede coinvolta una società che opera nel settore dell’elettronica e dei computer, resa nota da Carloandrea Finotto su Il Sole 24 Ore.  Con ogni probabilità anche il secondo ricorso verrà accettato: lo dovrà stabilire la Commissione tributaria provinciale, organo competente in questi casi, che è così stata chiamata per ben due volte ad esprimersi sulla stessa questione.

Doppia notifica di una cartella esattoriale da parte di Equitalia, che invia ben due volte la stessa istanza di pagamento, nonostante i termini siano scaduti. Nel primo caso è stato fatto ricorso, vinto,  ed ora per la seconda notifica verrà seguito lo stesso iter.  
E’ decisamente curiosa la vicenda che vede coinvolta una società che opera nel settore dell’elettronica e dei computer, resa nota da Carloandrea Finotto su Il Sole 24 Ore.  Con ogni probabilità anche il secondo ricorso verrà accettato: lo dovrà stabilire la Commissione tributaria provinciale, organo competente in questi casi, che è così stata chiamata per ben due volte ad esprimersi sulla stessa questione.
A spiegare come sono andati i fatti è Mario Rovetti, il commercialista che sta seguendo la vicenda per conto  dell’azienda: «Tutto è cominciato – racconta Rovetti – verso fine 2012, quando alla società mia cliente è stata notificata una cartella di pagamento relativa al versamento Irap del 2006. L’importo dovuto era di circa 1300 euro. Secondo la legge però – precisa il commercialista  – si è trattato di una notifica tardiva, giunta oltre i termini stabiliti, che scadevano il 31 dicembre 2010».  Rovetti ha dunque presentato un’istanza di annullamento della cartella , facendo presente a Equitalia l’irregolarità: «Per legge il contribuente deve ricevere le cartelle entro una certa data, altrimenti sarebbe soggetto per tutta la vita al rischio di notifiche vecchissime». L’istanza presentata dal commercialista, non è stata accolta dalla società di riscossione e quindi, all’inizio del 2013, azienda e consulente si sono visti costretti a presentare ricorso contro la cartella di pagamento. «Il procedimento  – spiega Rovetti – è stato discusso e accolto dalla Commissione tributaria provinciale di Biella, tanto che ritenevo la questione chiusa».
Ma a gennaio 2014 ecco arrivare una nuova notifica: «È la stessa, identica di prima – racconta – non solo per quanto riguarda la contestazione, ma i termini continuano, ovviamente, ad essere scaduti, esattamente come lo erano un anno e mezzo prima».
Rovetti, senza parole, decide di contattare Equitalia, per chiarire la vicenda una volta per tutte. «Dall’istituto mi è stato spiegato che secondo loro la sentenza della Commissione tributaria provinciale ha sospeso la cartella, non l’ha annullata».
Ed ecco che il commercialista e l’azienda devono nuovamente avviare l’iter per far sì che la situazione venga chiarita una volta per tutte. Anche perchè, si sa, con Equitalia non si scherza. «Abbiamo  il dispositivo della sentenza dal quale emerge chiaramente che il ricorso è stato accolto». Ma l’istituto di riscossione non ne vuole proprio sapere di tornare sui propri passi: «A questo punto non ci è rimasto altro da fare che un nuovo ricorso alla Commissione tributaria provinciale. Sperando che anche in questo caso le nostre richieste vengano, come ritengo giusto, accolte».
La cartella è relativa a un importo di 1.300 euro. Ma l’ultimo paradosso non sta nell’entità della riscossione richiesta, quanto nel fatto che all’Agenzia delle entrate certamente questi soldi non arriveranno mai. «Se i termini fossero stati rispettati – spiega il commercialista biellese – la somma sarebbe stata dovuta. Ma essendo arrivata la cartella fuori tempo massimo non verrà mai pagata».

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