Attualità
La bella storia di Luca, un campione di sci sordo
“Mi sto preparando in Valtellina e mi presenterò gareggiando nelle cinque discipline classiche dello sci alpino – dice -. Vedo questa opportunità come una tappa del mio percorso, non una meta. Mi piacerebbe diventare maestro di sci”. La passione di Luca per lo sport nasce all’età di tre anni. Le prime lezioni di sci sono di mamma Mariarosa. Il più orgoglioso è papà Gianluca, sordo anche lui, che non esclude per il figlio un futuro agonistico.
Se per qualcuno la sordità è soltanto una menomazione, c’è anche chi ne sa fare una virtù. E’ il caso di Luca Mantovan, 19 anni, studente presso l’Istituto di Istruzione superiore del Cossatese e Valle Strona di Cossato, che entra a far parte della squadra nazionale sordi di sci e si sta allenando per la coppa del mondo “Deaflympics winter”, i campionati invernali di sci per sordi che si svolgeranno in Russia dal 28 marzo al 5 aprile.
“Mi sto preparando in Valtellina e mi presenterò gareggiando nelle cinque discipline classiche dello sci alpino – dice -. Vedo questa opportunità come una tappa del mio percorso, non una meta. Mi piacerebbe diventare maestro di sci”. La passione di Luca per lo sport nasce all’età di tre anni. Le prime lezioni di sci sono di mamma Mariarosa. Il più orgoglioso è papà Gianluca, sordo anche lui, che non esclude per il figlio un futuro agonistico.
“E’ importante ricordare l’opportunità che sta vivendo Luca – spiega -. Di solito le notizie che riguardano noi sordi non vengono trattate. A volte sembra di non esistere. Voglio menzionare anche la valenza del progetto di bilinguismo, Lis, di Cossato. E’ un grande passo avanti rispetto alla situazione che abbiamo vissuto io e mia moglie tanti anni fa. Anche Mariarosa è sorda e all’epoca il centro più vicino a cui potevamo rivolgerci era a Milano”.
La difficoltà uditiva, per Luca, non è un ostacolo. “Non mi trovo a disagio rispetto ai ragazzi che ci sentono – dice – La differenza riguarda solo correzioni tecniche, visto che i maestri sono udenti. Per quanto mi riguarda so adattarmi. Interpreto velocemente il movimento labiale e porto un apparecchio acustico che mi aiuta nella comprensione”.
Anna Arietti
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