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Attualità

L’urlo di un disoccupato

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Urla del silenzio” era il  titolo di un film, ma l’ho voluto mettere come titolo a questo mio sfogo, per far sentire la rabbia che porta dentro la gente come me, essere disoccupati e, senza aver diritto ad un solo centesimo di aiuto (non hai né cassa integrazione né altro), è come essere chiuso in una prigione, non hai più le tue passioni che coltivavi, non hai più un sorriso se non triste, non hai più una dignità, ti  senti una merda.

Urla del silenzio” era il  titolo di un film, ma l’ho voluto mettere come titolo a questo mio sfogo, per far sentire la rabbia che porta dentro la gente come me, essere disoccupati e, senza aver diritto ad un solo centesimo di aiuto (non hai né cassa integrazione né altro), è come essere chiuso in una prigione, non hai più le tue passioni che coltivavi, non hai più un sorriso se non triste, non hai più una dignità, ti  senti una merda.

La tua giornata inizia sempre sapendo che ogni giorno è uguale all’altro, ti alzi fai la colazione e prontamente inizi a guardare come un disperato se trovi qualche annuncio nel quale ricerchino una figura alla quale tu possa accedere. Se trovi qualche cosa provi a rispondere consapevole che tanto non avrai mai un posto, se non hai conoscenze non entrerai mai. Provi a chiamare pure le agenzie interinali per candidarti per qualche annuncio letto, ti rassicurano sempre che ti chiameranno appena ci sono novità, non lo faranno mai.

Lettera firmata.

La lettera integrale è pubblicata sulla Nuova Provincia di Biella in edicola oggi a soli 1,20 euro con in omaggio il libro di cucina scritto da Bianca Zumaglini.

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