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Ipovedente dalla nascita, Stefano racconta i suoi successi e le sue aspirazioni

C’è ancora molto da fare per rendere il concetto di “inclusione” qualcosa di più che una parola

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Ipovedente dalla nascita, Stefano racconta i suoi successi e le sue aspirazioni.

Aveva fretta di nascere. Così tanta premura di venire al mondo da anticipare di ben tredici settimane il suo arrivo rispetto al termine previsto. Era il 10 agosto del 2002. Una gestazione di sole 27 settimane non era stata sufficiente affinché i nervi ottici si sviluppassero correttamente. E così, quel mondo che aveva avuto fretta di conoscere, gli sarebbe rimasto per sempre al buio. Un mondo da “imparare” e vivere con tutti gli altri sensi quindi, ma non con la vista.

Ipovedente dalla nascita, Stefano racconta i suoi successi e le sue aspirazioni

Cinquecento grammi appena alla nascita, il successivo calo fisiologico che lo porta a pesarne poco più di trecento. Una corsa dall’ospedale di Biella al reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Regina Margherita di Torino. La sua piccola vita resta in bilico per un tempo che sarà sembrato infinito ai neo-genitori Risicato.

Dopo lunghissimi quattro mesi finalmente per Antonina e Domenico arriva il momento di portare a casa il loro primogenito e iniziare una quanto più possibile normale vita familiare. Oggi Stefano ha 22 anni, vive a Cerrione con la famiglia, è fratello maggiore di Fabiola e Gianluca, che frequentano entrambi l’istituto alberghiero. Dei fratelli dice: «Ora andiamo d’accordo, ma da piccoli litigavamo sempre».

Come nelle famiglie normali. Come nelle vite normali. Si è diplomato al liceo scientifico di Biella con il massimo dei voti. Fa equitazione, nuoto, atletica leggera. Suona il piano con una sensibilità rara. Ha una passione per l’informatica che spera possa diventare un lavoro. Adora le canzoni di Biagio Antonacci. Ha la capacità di riconoscere un brano dalle primissime note – possiede l’orecchio assoluto – tanto che Emmanuela Zavattaro, artista che per anni è stata la sua educatrice, lo chiama affettuosamente Shazam-Stefano.

L’opera “Incontro”

È stata proprio Emmanuela a coinvolgere Stefano, insieme ad altri ragazzi con diversi gradi di disabilità, nel progetto dell’opera multisensoriale “Incontro”. L’opera è percepibile con i sensi diversi dalla vista nell’ambito di un’esperienza individuale o di coppia guidata dall’artista.

È stato proprio un commento del suo giovane allievo ad aver dato all’artista l’idea.

«A una mia mostra Stefano era venuto accompagnato dai genitori e mi aveva detto “sarebbe bello poter vedere i tuoi dipinti”. Da lì ho voluto creare qualcosa che lui potesse “vedere” e mi è venuta l’intuizione di un’arte materica che fosse accessibile a tutti. Stefano è stato bravissimo a collaborare con me e gli altri ragazzi nella creazione dell’esperienza multisensoriale. Le note al piano che compongono la musica di accompagnamento all’esperienza sono le sue. Ha suonato improvvisando, seguendo il moto del suo stato d’animo».

«In questo periodo sto frequentando un corso di Accessibiltà digitale che mi sta permettendo di fare uno stage in una realtà lavorativa a Candelo. Spero possa diventare un lavoro stabile che mi possa permettere una maggiore autonomia»., conclude il 22enne.
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