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Io a 8 anni andavo a scuola da solo in bicicletta, oggi fino 14 ci vogliono papà e mamma

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Mi viene spontaneo ricorda che in 3a elementare mio padre e mia madre, essendo io, all’epoca, allievo della scuola elementare e media del Fratelli delle Scuole Cristiane, situata – come lo è ancora adesso – in via S. Giovanni Battista de la Salle, e cioè nella vecchia Piazza del Mercato, hanno deciso di comprarmi una nuovissima bicicletta che mi consentiva di muovermi in assoluta autonomia. Avevo circa otto anni e intorno a me ormai vi erano compagni di classe e di scuola che, come me, utilizzavano diecine e diecine di biciclette per muoversi da casa fino alla scuola.

Mi viene spontaneo ricorda che in 3a elementare mio padre e mia madre, essendo io, all’epoca, allievo della scuola elementare e media del Fratelli delle Scuole Cristiane, situata – come lo è ancora adesso – in via S. Giovanni Battista de la Salle, e cioè nella vecchia Piazza del Mercato, hanno deciso di comprarmi una nuovissima bicicletta che mi consentiva di muovermi in assoluta autonomia. Avevo circa otto anni e intorno a me ormai vi erano compagni di classe e di scuola che, come me, utilizzavano diecine e diecine di biciclette per muoversi da casa fino alla scuola.

Dico queste cose perché, avendo io due nipoti di dieci e di tre anni, mi guardo bene dall’immaginare una “libertà” ed una autonomia di movimento come quella che caratterizzava la mia ‘giovinezza’ (come mi piace questa dizione!). Perché dico tutto questo? In realtà è molto semplice! Ora che i ragazzi dovrebbero essere più educati, più maturi, più ‘pronti’ a vivere autonomamente, sembra che siano costretti a muoversi sino al compimento dei quattordici anni in … compagnia di almeno  un genitore! E’ una iniziativa del ‘bruttissimo’  Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli, e cioè della donna dai capelli incredibilmente rossi? No: è una decisione assunta dall’intero Governo, a conferma del fatto che, grazie alla educazione fornita dall’ambiente pubblico e dalla scuola pubblica, non è più assolutamente immaginabile che i miei nipoti siano liberi di muoversi come lo ero io.

Qualcuno di sinistra sa spiegarmi che cosa è accaduto? Qualcuno che insegna l’educazione nelle scuole è in grado di dirmi perché, ora, sino al compimento dei 14 anni si ritiene che sia pericoloso che un ragazzo sia libero di muoversi da solo? E’ possibile che non vi sia qualche pubblica autorità, anche locale, in grado di farmi comprendere che cosa è accaduto in questo frammento di ‘civiltà’ (si fa per dire, naturalmente!)?

Ho il rammarico che i miei nipotini siano da considerarsi del tutto privi dell’assoluta libertà che mi veniva  serenamente e tranquillamente accordata dai miei genitori: ora sono vittime inconsapevoli della “nuova prigionìa” dell’era moderna, della educazione offerta dal Governo e dalle scuole e sembra che a tutti questa condizione vada bene! Non ritengo, per ora, di dire una sola parola in più per ricordare e sottolineare quale schifo di società siamo riusciti a creare: ma preferisco attendere qualche  autorevole risposta al quesito che ho appena posto, con la speranza che coloro che hanno sulle spalle la responsabilità del governo sentano, anche per questo, la vergogna che, per ora, sente probabilmente (ma non ne sono neppure sicuro!) il Ministro Fedeli.

Sandro Delmastro delle Vedove

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