Attualità
Insegnante di sostegno: ora a sceglierlo saranno i genitori
Molti i dubbi. Questo meccanismo voluto dal ministro metterebbe in discussione il principio di meritocrazia tra i docenti precari.

Insegnante di sostegno: a sceglierlo ora saranno i genitori. Le famiglie i cui figli a scuola hanno diritto all’insegnante di sostegno potranno chiedere la conferma dell’incarico del docente per l’anno prossimo. Ed essere accontentati.
Il governo ha emanato il decreto attuativo che si annuncia come una vera e propria bomba, l’ennesima, nel mondo della scuola. Che da anni fa ricorso a un numero spropositato di docenti precari rispetto agli altri paesi europei.
Insegnante di sostegno: ora a sceglierlo saranno i genitori
Nei prossimi mesi, infatti, le famiglie i cui figli hanno un docente di sostegno potranno esprimere la conferma dello stesso anche per l’anno scolastico 2025-2026. La richiesta sarà poi vagliata dal preside e, se confermata, inoltrata all’Ufficio scolastico territoriale, che dovrà approvarla e renderla esecutiva.
La notizia gira da qualche giorno nei siti specializzati del mondo della scuola e tra gli insegnanti, oltre alle relative chat o gruppi social. Sollevando un’infinità di dubbi quando non addirittura obiezioni.
Questo meccanismo voluto dal ministro mette in discussione il principio di meritocrazia tra i docenti precari. Inseriti in graduatorie dove acquisiscono punteggi in base ad anni di servizio e titoli di studio. In questo modo, invece, il parere delle famiglie, avallato dal dirigente scolastico, avrà precedenza nell’assegnazione degli incarichi. Questo nuovo meccanismo di reclutamento ovviamente varrà solo per i docenti precari. Gli insegnanti di ruolo, cioè assunti a tempo indeterminato, continueranno ad avere una situazione di precedenza. E non saranno toccati da questa novità che alcune associazioni di famiglie hanno accolto con favore.
Le perplessità
Maria Grillo della Cisl esprime molte perplessità. «Confido nella professionalità dei dirigenti scolastici e nei gruppi di lavoro, che dovranno vagliare le richieste delle famiglie. Non sempre nelle condizioni di valutare e cogliere appieno il lavoro dei docenti di sostegno, chiamati ad incarichi complessi con studenti fragili. Questo decreto rischia di generare equivoci e incertezza nelle assegnazioni delle cattedre ai precari, non escludendo meccanismi poco chiari, a livello generale».
E ancora, aggiunge la sindacalista biellese a commento di una novità le cui conseguenze avranno ripercussioni tanto sugli insegnanti quanto su alunni e famiglie. «E’ legittimo il desiderio delle famiglie di vedere confermato un docente che ritengano abbia lavorato bene con il proprio figlio. Ma è necessario un corretto passaggio di informazioni. Un docente severo ma preparato e attento alle problematiche legate al sostegno, potrebbe vedersi non confermato immeritatamente. La continuità didattica, che rappresenta un valore, andrebbe garantita in ben altro modo. E cioè puntando sulla formazione dei docenti e la loro immissione in ruolo. Insegnare invece continua ad essere una corsa ad ostacoli con migliaia di docenti costretti a concorsi, corsi abilitanti, certificazioni e specializzazioni. Il punto della situazione lo faremo a maggio, quando saranno note le richieste delle famiglie ed il numero di ragazzi cui spetta l’insegnante di sostegno».
Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Alessandro Marra della Cgil. «Si tratta di una procedura molto complessa e di difficile applicazione, che rischia di ledere i diritti dei lavoratori più fragili. Le nomine dalle graduatorie di prima e di seconda fascia dei precari rappresentano un metodo trasparente di assegnazione degli incarichi di lavoro. Anche ammettendo le migliori intenzioni del ministero, questa novità rischia di non garantire né la continuità didattica né il diritto allo studio di studenti fragili. Ma solo di aumentare la burocrazia nelle procedure di assegnazione delle supplenze ad inizio anno. La soluzione, come ribadiamo da anni, sta nel rendere più agevole e veloce la specializzazione e l’assunzione degli insegnanti, eliminando il precariato storico».
LEGGI ANCHE: Nessuno vuole fare l’autista di scuolabus: Coggiola in difficoltà
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

Giuseppe Torri
17 Marzo 2025 at 7:59
Sindacati e sindacalisti, ossia ciò che fa andare male questo Paese.