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In piazza ma con le pattine
Per qualcuno è il nuovo salotto buono vicino ai giardini Zumaglini. Ma sembra fatto di pastafrolla e si può usare solo con mille attenzioni. Perché?

In piazza ma con le pattine. Comunque qui qualcuno non la racconta giusta: c’è puzza di mistero in piazza Vittorio Veneto.
Perché quello che normalmente succedeva o si faceva succedere tranquillamente prima, adesso non si può più neanche pensare, che solo a parlarne si rovina il salotto buono di Biella. Anche se più o meno tutti quelli che “ne capiscono un minimo” hanno sempre pensato che fosse indiscutibilmente piazza Cisterna. Lì al Piazzo, tra l’altro, da secoli la pavimentazione sopporta di tutto. Compresa la ztl fantasma, senza che le pietre si risentano, si indignino e pretendano di essere vestite di moquette e tappetini.
In piazza ma con le pattine
Cosa che invece avviene puntualmente di fianco ai giardini Zumaglini.
Sono state eliminate le bancarelle alimentari del mercato europeo, gli arrivi e le partenze delle corse in bici e persino a piedi. Sono state pure vietate le giostre di Natale, messe in castigo in quello che i vecchi chiamavano il “cantun dal pan spür” (angolo del pane senza companatico).
E le nuove pietre (friabili come le mitiche “paste ‘d melia” di Massera) hanno accettato per ora solo l’adunata degli alpini. Ma con stesura, come si diceva, di una più o meno elegante moquette. E il rally rievocativo di domenica scorsa ma con tanto di tappetini: un’auto, un tappeto. Guai a lasciar cadere anche solo una goccia d’olio.
Perché il problema sarebbe lì: l’unto.
Lo si legge anche su un documento proprio carino con il quale il settore lavori pubblici un anno fa (5 giugno 2024) spiegava ai vigili le modalità d’uso della piazza. In pratica: i pochi mezzi che possono entrare devono andare a passo d’uomo e guai a fare brusche sterzate. Obbligatorio stendere coperture per evitare «macchie oleose» «e sopra a un telo di nylon una moquette che assorba l’eventuale caduta di materiale dannoso». Non si fa riferimento alle bici ma evidentemente è scontato che olio e grasso delle catene sono come la biacca se non peggio.
E il futuro?
E chissà cosa ci riserva il futuro? Quando il “materiale lapideo” (no comment) sarà più usurato, si potranno portare scarponi da montagna o scarpe pesanti? O sarà obbligatorio l’uso delle pattine?
Come non tornare a pensare al salotto buono quello vero? Sì, quello del Piazzo, dove le pietre fanno il loro mestiere e se qualcuno ci cucina su una fagiolata con due o tre piogge il problema è risolto. Quei pavimenti son lì da “Dio sa quanto” e ci resteranno ancora “lo sa sempre solo lui quanto”. Un po’ come i ponti: quelli antichi durano e i nuovi si sciolgono.
Chiudiamo con un avviso: sta arrivando il caldo e nonostante le promesse se soffrite di emorroidi evitate di sedervi sulle panche-quadre. Sono ancora buone da barbecue. Ma senza olio, per carità!
LEGGI ANCHE: La battaglia di piazza Vittorio Veneto
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Sonia
5 Giugno 2025 at 18:48
SOPRA non si puo’ camminare….le pietre non andavano messe cosi’…e ad ogni acquazzone la galleria e’ invasa dall’ acqua…
Lello
5 Giugno 2025 at 19:25
Quante minchiate scrivi…
Alessandro
6 Giugno 2025 at 8:25
Parafrasando le parole di un illustre personaggio, “Governare i biellesi non è impossibile, è inutile”.