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In fuga dalla guerra con una flebo al braccio e sorretto dalla forza della mamma

Il drammatico racconto dell’assessore Caucino che ripercorre la missione umanitaria per portare 13 piccoli malati oncologici ucraini a Torino

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Sono le 8:30 di sabato ed è tutto pronto all’aeroporto di Caselle. Le eliche di un aereo privato sono pronte a ruotare ad un ritmo ragionevolmente veloce per raggiungere l’aeroporto di Iasi in Romania. Dall’altra parte, ad attendere l’atterraggio per poi ripartire tracciando lo stesso tragitto in direzione opposta, non ci sono turisti curiosi o italiani ansiosi di tornare a casa, bensì 13 bambini malati oncologici con i loro famigliari, che una casa non ce l’hanno più. Ci sono tante mamme e fratellini, ma anche papà, zii e sorelle, i cui volti raccontano un dolore profondo e una marcata stanchezza.

I bambini viaggiavano con la flebo al braccio

Arrivare lì non è stato facile: partiti all’alba del giorno prima da Odessa, città portuale dell’Ucraina meridionale, hanno attraversato, scortati dalla gendarmeria, il confine a piedi, alcuni di loro ancora con le flebo attaccate e contando solo sull’aiuto di stampelle o sulla forza inedita delle braccia di mamma.

I medici li aspettano al confine e i rappresentanti della regione all’aeroporto

Un’equipe di medici ed infermieri dell’ospedale Regina Margherita di Torino li attende su un pullman che ha attraversato l’intera Moldavia per andare in loro soccorso. Grazie a questo mezzo, finalmente raggiungono l’aeroporto, dove atterrano in tarda mattinata il governatore del Piemonte Alberto Cirio, l’Assessore regionale alla famiglia e ai bambini Chiara Caucino, con delega di coordinamento dell’accoglienza in questo stato di emergenza, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando e la dottoressa Franca Fagioli, direttrice dell’Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita.

Per capirci bastava uno sguardo

«Al nostro arrivo – spiega l’Assessore Caucino – le mamme e i ragazzi erano esausti, mentre i bambini avevano ancora un’energia incredibile. Abbiamo subito cercato di intrattenerli, anche grazie ai doni che abbiamo distribuito loro, messi a disposizione sempre dalla Fondazione Lavazza. C’erano una serie di peluches e kit per disegnare che hanno apprezzato moltissimo. Non avevano veri e propri bagagli con sé, bensì principalmente delle borse di plastica al cui interno vi era il minimo indispensabile. Non parlavano inglese, ma non era necessario in quel momento: sono bastati gli sguardi e soprattutto i gesti, a stabilire una comprensione più profonda».

Un applauso liberatorio alla partenza

«La temperatura era gelida ed ha iniziato persino a nevicare – prosegue l’Assessore -; prima di salire a bordo, siamo rimasti in aeroporto circa due ore per risolvere tutti gli aspetti burocratici. Quando alla fine siamo riusciti a partire c’è stato un applauso liberatorio e molta commozione».

Un missione umanitaria riuscita grazie ad una grande collaborazione

Una missione umanitaria organizzata dalla Regione Piemonte in coordinamento con l’ambasciata e resa possibile grazie alla generosità di tre importanti realtà imprenditoriali piemontesi: la Fondazione Lavazza, che ha messo a disposizione l’aereo che ha portato i piccoli pazienti in Italia; Basic Air, compagnia aerea nata in Piemonte che ha trasportato da Torino all’aeroporto di Iasi l’equipe medica del Regina Margherita e l’imprenditore piemontese Alessandro Barbero, da anni presente con la propria azienda in Romania, che ha fornito il pullman che ha portato i medici dall’aeroporto di Iasi fino al confine ucraino, attraverso la Moldavia.

Ora i bimbi riceveranno le cure migliori

«Ora, grazie alla dottoressa Fagioli e a tutta l’equipe medica del Regina Margherita, i bambini malati finalmente hanno ripreso le cure che erano state sospese – conclude Caucino -; in questa prima fase, insieme ad altri rappresentati di importanti associazioni torinesi, ci stiamo concentrando sulle strutture di accoglienza. In secondo luogo definiremo percorsi socializzanti, valutando l’adeguato inserimento nel contesto sociale di ciascuno. Inoltre, sono in corso delle raccolte fondi che ci permetteranno di aiutare concretamente queste e molte altre famiglie che vorremmo ospitare prossimamente. I cittadini del Piemonte in questa situazione d’emergenza stanno dimostrando una solidarietà eccezionale, ancora più apprezzabile dopo un momento di grande divisione come quello che abbiamo vissuto. In circostanze come queste ci si rende conto di quali siano le cose che universalmente contano davvero: la salute e il sorriso dei nostri figli».

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