Attualità
In arrivo altri 50 migranti, ma non oggi
Altri 50 migranti troveranno accoglienza a Biella. Erano attesi per oggi, ma il loro arrivo è slittato. I nuovi richiedenti asilo potrebbero trovare una sistemazione temporanea nella ex scuola Coda di Chiavazza
Altri 50 migranti troveranno accoglienza a Biella. Erano attesi per oggi, ma il loro arrivo è slittato.
Due giorni fa tutti i prefetti hanno ricevuto un avviso generico dal Ministero dell’Interno: a seguito dei significativi sbarchi delle ultime ore, ogni territorio dovrà accogliere provvisoriamente 80 persone. Poi, ieri, una nuova comunicazione, relativa solo a 50 richiedenti asilo, attesi a Biella per oggi.
“Alla fine non è arrivato nessuno – conferma il viceprefetto Davide Garra -, ma si vive minuto per minuto. Noi ci stiamo comunque attrezzando per affrontare una situazione di acuità degli sbarchi. Di concerto con le varie componenti del territorio, cerchiamo soluzioni per far sì che la risposta data dal Biellese sia quella vissuta finora”.
Una risposta che mira a organizzare l’accoglienza limitando per quanto possibile l’impatto sulla popolazione. A questo proposito, su richiesta della prefettura, un’altra struttura è stata messa a disposizione dal Comune di Biella. Si tratta dell’ex scuola di via Coda a Chiavazza, un edificio in disuso, ma in buone condizioni. Stamattina è stato effettuato un primo sopralluogo. Gli uomini della Protezione Civile, insieme al personale del consorzio incaricato, sono al lavoro per trasformare la vecchia scuola in un luogo più adatto ad ospitare cinquanta persone.
«Ci è stato chiesto e lo abbiamo concesso a titolo gratuito, per senso di responsabilità tra istituzioni – spiega il sindaco Marco Cavicchioli -. Non è la sistemazione ideale, ma questo è stato l’immobile individuato dalla Prefettura per risolvere una situazione di drammatica emergenza. Per molte ragioni, una ex scuola non può essere un residenza stabile: non ha bagni adeguati né docce, non ha la cucina. Confidiamo nel fatto che si tratti di una sistemazione provvisoria e che nel frattempo se ne cerchi una più adeguata, ad esempio valutando l’ipotesi di destinare al medesimo scopo una parte del vecchio ospedale».
«I numeri dell’emergenza umanitaria legata agli sbarchi sono drammatici – sottolinea Cavicchioli -. Eravamo consci fin da settembre che anche a Biella sarebbe stato chiesto, prima o poi, di fare la sua parte. Sono certo che la città saprà offrire la sua solidarietà, senza cedere all’emotività dei facili e ingiustificati allarmismi».
Dalla Prefettura si cerca anche di gettare acqua sul fuoco delle polemiche che, puntualmente, si riaccendono ad ogni nuovo arrivo.
“Non siamo noi, come territorio, a chiedere l’invio queste persone, sono flussi che non dipendono dalla nostra volontà e vanno gestiti – chiarisce Garra -. A ognuno viene imposto di fare la propria parte. L’unica scelta che facciamo è quella di permettere che i richiedenti asilo vengano inseriti in un percorso nell’interesse di tutti, quello loro e quello del territorio. Per questo rientrano in un programma che non prevede soltanto di dar loro da mangiare e da bere, ma anche di insegnargli a parlare la lingua, a conoscere il luogo in cui si trovano ed eventualmente un mestiere”. Anche perché, piaccia o non piaccia, chi chiede asilo ha il diritto di rimanere anche per parecchio tempo, fino a quando la commissione territoriale competente (nel nostro caso a Torino) non avrà preso una decisione in merito alla sua richiesta. E spesso, per esaminare tutte le pratiche e arrivare ad una pronuncia, ci vogliono diversi mesi.
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