Attualità
Impianti agrivoltaici e stazione elettrica nei terreni di risaia: no di Italia Nostra
Progetti a confine tra Vercellese e Biellese.
Il Consiglio Regionale Piemonte e la Sezione di Vercelli- Valsesia di Italia Nostra esprimono la loro ferma contrarietà alla costruzione di due impianti agrivoltaici ed una stazione elettrica per il trasferimento dell’energia prodotta dai due impianti nella Baraggia vercellese. In particolare, la stazione elettrica verrebbe situata nei terreni espropriati della cascina Baraggia, vicino alla Fonderia Saca.
Il primo impianto, denominato Evergreen FV Enfinity si verrebbe a trovare nel Comune di Santhià presso la cascina S. Alessandro, su una superficie di 140 ettari con l’installazione di circa 130.000 moduli fotovoltaico. Il secondo impianto verrebbe collocato nel territorio del Comune di Buronzo
località Donna, più a nord del primo, su una superficie di 100 ettari.
La realizzazione di questi impianti creerebbe un grave impatto ambientale sul paesaggio ed un danno irreparabile all’ agricoltura di qualità risicola DOP baraggia, l’unica DOP riconosciuta in Italia sul riso.
Italia Nostra si oppone a questo progetto
1. perchè il progetto prevede enorme consumo di suolo,
2. perchè la distesa di moduli di agrovoltaico creerebbe un dannoso impatto paesaggistico in un territorio che il PPR definisce “area di agricoltura di pregio caratterizzante il paesaggio agrario della Baraggia Vercellese”.
3. perchè tali impianti che, in apparenza, coniugano la funzione agricola con quella produttiva di energia, senza tuttavia una garanzia certa che, nel tempo, la funzione agricola sia
mantenuta, considerata anche la diversa valenza economica tra le due funzioni, probabilmente assolutamente non comparabili.
Italia Nostra denuncia la volontà di modificare un terreno a risaia in terreno a coltivazione in asciutta e di progettare di trasformare un ambiente paludoso in un ambiente secco con tutte le
conseguenze climatiche e i danni alle falde acquifere che ne deriverebbero, senza contare le conseguenze sull’avifauna che vive sul territorio finora tutelato stabilmente fin dall’inizio del sec.
XVII.
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Spillo
15 Luglio 2023 at 16:14
Sono d’accordo con italia nostra, perché non prendere in considerazioni le torri, come in Australia,hanno una produzione inferiore, ma consumano molto meno suolo.
Ardmando
16 Luglio 2023 at 8:10
Come al solito in Italia, patria dello spezzatino politico, partitucoli insignificanti cercano di mettere il loro becco ignorante in materie che non sono di loro competenza. Se ai proprietari dei terreni sta bene così, ognuno a casa propria è re. Che vadano a protestare su ciò che è di loro proprietà.