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Il vil denaro val bene un sindaco leghista

Il Dardo, la rubrica di Guido Dellarovere

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Come è strana la vita, soprattutto quando si tratta di vil pecunia tutto o quasi è lecito. Leggiamo sui giornali locali che nelle prossime settimane arriverà al teatro Odeon il cantautore napoletano Nino D’angelo, noto esponente della canzone napoletana più verace. Una bella iniziativa voluta dall’assessorato alla cultura della Città di Biella che sicuramente riscuoterà un grande successo di pubblico, come già è avvenuto in passato con il conterraneo Gigi D’Alessio.

Se suona davvero strano che in terra padana i paladini della musica napoletana vengano così acclamati, ancor più strano è il fatto che il buon Ninuzzo abbia accettato di esibirsi a Biella, dove sa benissimo che lo scranno ospita un sindaco leghista. Forse non tutti ricorderanno che nel lontano 2015 l’ex biondino ora canuto (nulla a che vedere con l’ex assessore Edgardo) si strappò le vesti quando “il Capitano” Matteo Salvini, a suo dire, lanciò lo spot elettorale della Lega per il movimento pro-sud “Noi con Salvini”, accompagnandolo con il brano del cantante partenopeo e di Maria Nazionale “Jamme ja”, esternando il suo disappunto urlando sulle colonne del Corriere: “Ca nisciun è fess!”. “Non li ho autorizzati a usare la mia musica”. “Sono contro la violenza”.

E continuò nelle sue esternazioni affermando, “ma chi si mette a cantare ‘Vesuvio lavali col fuoco’… beh, è stato anche fortunato Salvini gli è andata pure bene. Per una vita hanno detto Roma ladrona, ma un po’ ladroni sono pure loro”. Aggiungendo infine sulla sua pagina Facebook: “Questo brano non potrebbe essere mai l’inno di chi ha fatto sempre dell’antimeridionalismo il suo punto di forza. Mai. Viva il sud!” In risposta “Il capitano” minacciò una serie di querele per chi allora scrisse di un improbabile utilizzo della melodia in questione.

Ora non si vuole entrare nel merito se effettivamente la canzone fu usata o meno, mentre una riflessione è doverosa sulle parole dette dal Ninuzzo partenopeo, che disprezzò l’eventualità con parole dure e pure di regionalismo meridionale. Condannabile tanta acredine nei confronti del popolo leghista voglioso di catturare consensi al sud? Ebbene, se davvero il suo pensiero era ed è su questi toni, ci chiediamo perché i denari dei biellesi, popolo del nord, “polentoni”, non fanno più schifo.

Gigi D’Alessio, serio artista e professionista della musica, da sempre ha esportato anche fuori dalle pendici del Vesuvio le sue canzoni, facendo bene il suo mestiere senza far politica. Il nostro paladino sudista invece ha strumentalizzato politicamente la sua fama contro la Lega forse più per opportunità che convinzione e il fatto di trovarlo a Biella ce lo conferma.

Concludendo, è davvero pura realtà che davanti al vil denaro l’amore per le proprie ideologie, tradizioni e convinzioni vengono annegate dagli euro.

Guido Dellarovere

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2 Commenti

1 Commento

  1. Ardmando

    12 Giugno 2023 at 8:39

    Pagliacci patetici di un genere musicale patetico. Il denaro apre qualsiasi porta e rende attraente qualsiasi cosa e persona. La coerenza si sa, viene meno davanti al potere del denaro. Boicottare lo spettacolo dello strappalacrime strillone napoletano, sarebbe d’obbligo. Mi auguro che l’esibizione circense venga annullata.

  2. Pier Giovanni Malanotte

    12 Giugno 2023 at 10:05

    dicevano i Romani ( quelli antichi ) pecunia non olet

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