Attualità
Il piccolo Francy cresce: ha spento 12 candeline
Mamma Agnese Scaramuzzi racconta come sta il piccolo Francy: “Oggi può condurre una vita quasi normale, sempre con il sorriso e il coraggio”
Quando aveva appena tre anni, ha affrontato un mostro terribile; ora spegne sorridente dodici candeline sulla torta.
Francy cresce, nei giorni scorsi ha compiuti 12 anni
È cresciuto Francesco Nisticò, o meglio il Francy. Quel bambino che nel 2013 entrava nel cuore dei biellesi oggi si affaccia alla preadolescenza: nei giorni scorsi ha compiuto dodici anni. Le foto sul gruppo Facebook a lui dedicato, come sempre, hanno riscosso un enorme successo, perché l’affetto di un’intera comunità che ha lottato e sperato insieme a tutta la sua famiglia non si è mai spento.
A marzo 2014 urlò a tutti la propria gioia in un indimenticabile video: “Sono guarito!”. Oggi porta ancora i segni di quel lungo calvario, ma fortunatamente può vivere un’esistenza felice, andare a scuola e giocare come tutti i suoi coetanei, nonostante i piccoli grandi disagi con i quali ancora deve fare i conti.
Mamma Agnese: “Le cure hanno lasciato conseguenze, ma fortunatamente in generale sta bene”
«Inevitabilmente le cure alle quali si è dovuto sottoporre quando era così piccolo hanno lasciato delle conseguenze – racconta mamma Agnese Scaramuzzi, che insieme a papà Stefano Nisticò e al piccolo Andrea è sempre stata al fianco del Francy -, ma fortunatamente in generale sta bene. A settembre abbiamo avuto paura per una lesione sospetta, ma il ricovero e la biopsia hanno scongiurato la possibilità che la malattia si fosse ripresentata: si trattava di un problema generato dalla radioterapia. Per il resto prosegue con i controlli periodici, anche se da qualche tempo non è più in cura al Meyer di Firenze, ma al Maggiore di Novara, almeno siamo anche più vicini a casa».
La più recente preoccupazione è nata in seguito a una serie di crisi improvvise: «La scorsa estate ha iniziato ad accusare delle crisi in cui diventava assente, che con il tempo sono aumentate. Alla fine è emerso che si trattava di attacchi epilettici, anche se non di tipo convulsivo. La bravissima neuropsichiatra che ci ha seguiti a Biella ci ha successivamente indirizzati a Novara, dove devo dire che ci siamo trovati benissimo. Come già accaduto al Meyer, abbiamo trovato persone e professionisti splendidi».
La vita quasi normale del Francy, pronto a entrare nell’adolescenza
Per il resto il Francy oggi conduce una vita quasi normale: «Va a scuola, frequenta la prima media e gli piace molto – racconta ancora Agnese -. Sempre per via delle cure e della radioterapia che ha dovuto affrontare, cresce più lentamente degli altri bambini, aiutato da ormoni appositi, e a maggio dovrà subire un piccolo intervento alle ginocchia per questo motivo, ma per il resto è esattamente come i suoi coetanei».
«Non è più – aggiunge sorridendo – il bambino pacato e tranquillo di un tempo: manifesta i comportamenti, gli umori e le reazioni tipici della preadolescenza. Però, è sempre allegro e felice, non ha mai perso il sorriso e la voglia di affrontare la vita e le novità con entusiasmo».
L’amore per Pallacanestro Biella e il Toro
Entusiasmo che lo porta anche ad amare lo sport. È ancora un fedele supporter del Toro e, soprattutto, di Pallacanestro Biella, squadra che continua a seguire insieme alla sua famiglia in occasione di ogni partita casalinga.
«È ancora un super tifoso del basket – conferma la mamma -. Domenica scorsa gli hanno regalato la maglietta e la sciarpa. Minessi se lo porta sempre negli spogliatoi a salutare la squadra. Anche con Marcolino è rimasto un rapporto speciale. Negli anni sono cambiati molti giocatori, ma il Francy è tuttora benvoluto».
“Vogliamo ringraziare le tantissime persone che, anche a distanza di anni, ci sono sempre rimaste vicino”
L’affetto che lo circonda, infatti, non si è mai affievolito nonostante il passare del tempo: «A questo proposito – sottolinea Agnese – io e Webby (papà Stefano, ndr) ci teniamo a ringraziare le tantissime persone che ci sono rimaste vicino. Ancora oggi percepiamo la loro presenza e il loro sostegno e questo ci dà grande forza. Ci stupisce sempre vedere il bene che tanti biellesi continuano a dimostrare al nostro bambino. Percepiamo un affetto e un interesse sinceri da parte di una comunità intera, anche per questo periodicamente cerchiamo di pubblicare aggiornamenti sul gruppo Facebook».
A distanza di tutto questo tempo una menzione speciale va al piccolo Andrea, il fratello minore del Francy, che oggi ha dieci anni: «Anche Andrea è ormai diventato un ometto. Sa stare vicino al fratello con sensibilità, cura e attenzione speciali, nonostante sia ancora piccolo. Siamo molto orgogliosi di entrambi».
“Oggi apprezziamo con occhi diversi il valore della vita. Il Francy ci insegna ad affrontare tutto con il sorriso e il coraggio”
Oggi, dunque, la vita del Francy e della sua famiglia è sempre più normale, anche se un’esperienza come quella che hanno vissuto cambia inevitabilmente le persone nel profondo: «Cosa ci ha lasciato? – conclude Agnese Scaramuzzi – Sicuramente ci ha fatto apprezzare con occhi diversi il valore della vita. È proprio vero che va vissuta ogni giorno, nel quotidiano, senza preoccuparsi troppo del futuro. Questo vale anche nelle relazioni con le persone, che oggi viviamo come un dono. Oggi cerchiamo di “prendere” tutto sempre con il sorriso e con coraggio: ce l’ha insegnato il Francy, che riesce sempre ad affrontare la vita così, nel bene e nel male, anche quando non può fare qualcosa che per altri è normale o quando si tratta dell’ennesima ospedalizzazione. Qualcuno da lassù, fortunatamente, non ci ha mai fatto mancare forza, coraggio e voglia di non arrendersi mai, a prescindere da come andranno le cose. In fondo, se ci è stato fatto vivere questo momento, forse è perché come famiglia eravamo in grado di affrontarlo».
Prima di salutare, Agnese Scaramuzzi ci tiene ad aggiungere un’ultima cosa: «Un grazie davvero speciale lo meritano le nostre famiglie, perché solo loro sanno quello che hanno fatto e che continuano a fare tutti i giorni per il Francy e per noi. Grazie davvero».
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