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Il “Belletti Bona” è rimasto senza un euro

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“Ci scusiamo, ma non abbiamo più i soldi per pagare gli stipendi”. Recita così il biglietto che i circa 70 dipendenti del “Belletti Bona” hanno trovato al posto della busta paga. Una situazione incredibile determinata dal gigantesco buco di bilancio lasciato dalla vecchia amministrazione.

Al posto dello stipendio di gennaio i dipendenti del “Belletti Bona” si sono ritrovati tra le mani un biglietto di scuse: «Siamo spiacenti, ma questo mese siamo rimasti senza soldi e non possiamo pagarvi».

La decisione è stata presa dal  nuovo consiglio di amministrazione dell’istituto, insediatosi da poche settimane. Secondo le prime stime, la vecchia gestione targata Giampiero Comello ha lasciato debiti a breve, brevissima scadenza, se non già scaduti per 1,6 milioni di euro, 3,5 miloni di euro di mutui e una perdita di gestione di 40-50 mila euro mensili.

«In questa situazione, economicamente tragica – hanno spiegato i consiglieri in carica (il vicepresidente Anna Tadini, Simone Mainardi, Ketty Zampaglione, Piergiuseppe Cadoni nel corso di una conferenza stampa – il nostro primo obiettivo è stato quello di salvaguardare  gli ospiti, non facendo mancare loro nulla. E così sarà anche in futuro, in questo senso i parenti dei ricoverati non hanno nulla da temere. Purtroppo, una volta fatto fronte a questi impegni, è venuta a mancare la liquidità per pagare i dipendenti».

Entrato in carica appena lo scorso 17 gennaio, il nuovo cda ha avuto immediato sentore del fatto che i conti fossero in profondo rosso, tant’è che il presidente Carlo Roccato, nominato dal comune, appena ha capito la gravità della situazione ha rassegnato le dimissioni lasciando tutto in mano ai restanti quattro consiglieri.

Per quanto riguarda l’immediato futuro, ferma restando la salvaguardia dei servizi verso i ricoverati, giovedì ci sarà un nuovo consiglio di amministrazione per verificare l’entità del buco e prendere le decisioni del caso. Al momento la situazione economica non permette l’immediato pagamento degli stipendi nella loro totalità.

Walter Leotta

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