Attualità
I giovani di Biella devono fare 50 chilometri per ballare, non è giusto
Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana
Solo a Candelo c’erano il “Lindo” e il “Moro”, il primo è diventato l’attuale cinema “Verdi” il secondo ha definitivamente chiuso i battenti dopo essere stato anche “Crazy Mama” ed “I Cammelli”. Più avanti, c’erano lo “Smeraldo” a Biella ed il “Cristallo” ad Occhieppo, senza dimenticare “Il Cancello” al borgo storico del Piazzo di Biella. E d’estate c’era il Ferragosto Andornese al parco La Salute di Andorno. E poi l’”Hurricane” ed il “Babylonia” a Ponderano e, ancora, “La Buca” a Biella.
Me ne sfuggono certamente altri, ma una cosa non può sfuggire: oggi Biella e la provincia non hanno più locali ove poter ballare, se non la gloriosa “Peschiera” di Valdengo che da 60 anni non perde un colpo guardando ad una clientela mediamente più avanti con l’età. Ma per i giovani che si fa? Un familiare dei ragazzi coinvolti nel tragico incidente stradale di Busonengo, nel Vercellese, nella disperazione di quei momenti drammatici, ha detto che Biella è una città di vecchi e che i ragazzi per trovare svago devono andare a 50 chilometri da casa.
Uno sfogo dettato dalla disperazione, ma purtroppo anche una grande verità. Una comunità che dice di voler puntare sui giovani, non può sentirsi attraente organizzando soltanto convegni sul futuro del territorio infarciti di prospettive del mondo tessile e di finanza, né allestendo mostre e concerti di musica classica. I giovani vogliono ballare, vogliono la loro musica, vogliono socializzare, vogliono poter scaricare la loro esuberanza.
E’ vero, l’esuberanza talvolta è troppa e sconfina laddove iniziano i diritti altrui o si trasforma in arroganza e bullismo. Ma a quel punto è compito delle forze dell’ordine intervenire e non con un buffetto, ma facendo valere tutto ciò che le leggi prevedono, dal disturbo della quiete pubblica sino all’eccesso di alcool ed all’uso di sostanze stupefacenti. Punire chi eccede, ma non tutti i giovani. Isolare il solito branco di mele marce senza impedire il divertimento e lo svago alla più sana gioventù.
Non so sinceramente come una pubblica amministrazione possa pensare ad una riqualificazione delle aree dismesse di Biella, immaginando solo supermercati e negozi in una città ove non è rimasta una sola discoteca. Le trasferte di ogni fine settimana dal Biellese al Vercellese sottolineano solo un fatto: che altrove i ragazzi trovano ciò che a Biella non hanno. Varrebbe la pena di dedicarci qualche riflessione, prima di piangere ad altri funerali.
Giorgio Pezzana
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Giacomo
17 Giugno 2022 at 7:29
Ha ragione… Biella è la città dei supermercati
Paolo Castellin
17 Giugno 2022 at 22:10
Vero, tutto vero! Biella ha deciso di non avere discoteche ma va anche detto che le discoteche devono essere un’iniziativa privata e un privato se non vede un utile al suo investimento non inizia nessuna impresa, discoteche comprese.
Simona
17 Giugno 2022 at 14:12
Pienamente d’accordo .Anche per gli adolescenti non ancora patentati non è che sia tutta questa varietà.Non può essere un mercato coperto a ospitare ragazzine e ragazzini , né tanto meno fare km e km per poter andare a ballare avevamo le Cave,il faro,poi Asia,avevamo il Cinecittà a Cossato…spero non rimangano solo parole e ricordi di bei tempi ,ma che chi di dovere prenda decisioni anche per i nostri ragazzi
Spillo
17 Giugno 2022 at 16:24
Purtroppo le amministrazioni pensano alla politica partitistica e al proprio bene, i giovani e lo svago/divertimento lo ritengono delle “rogne”, cosa succede dopo……..
Nicolò
17 Giugno 2022 at 22:10
A biella città deve rinascere una discoteca assolutamente per il sano divertimento è inconcepibile che bisogna prendere treni o fare km e km in macchina per accedere ad una. Io sono un storico cliente ho passato la mia gioventù dai 14 hai 21 anni al cancello bellissimo bei ricordi e con vari tipi di serate. Imprenditori e dajeeeee!!!!!!! L amministratore comunale pensa solo con cervelli vecchi e a lotte di partito interne al posto di aiutare a finanziare tutto ciò