Attualità
«Ho saltato l’esame per colpa del treno in ritardo»
Lo sfogo di una studentessa di Biella
«Sono partita con il primo treno della mattina, quello delle 6.02, proprio per non rischiare di arrivare tardi all’esame. Nel mio ragionamento, forte dell’esperienza maturata in questi mesi da pendolare, ho pensato anche all’eventualità di un ritardo per cui avevo la possibilità di prendere non una, ma ben tre coincidenze, per arrivare puntuale a Milano. Sono riuscita a mancarle tutte e non certo per colpa mia. Alla fine quindi è saltato anche il mio appello che dovrò dare nei prossimi mesi».
E’ furente Francesca, 20enne studentessa universitaria di Biella, che nella giornata di mercoledì ha tentato di raggiungere il capoluogo meneghino per sostenere un esame all’università, ma a causa dei ritardi accumulati ha perso le coincidenze che da Novara avrebbero dovuto portarla a Milano.
«Lo sapevo – continua sconsolata la ragazza – che c’era la concreta possibilità di non arrivare in tempo: capita quasi sempre purtroppo anche quando devo andare a lezione di perdere la coincidenza perché il treno da Biella per Novara è sempre fermo per qualche problema. L’ultimo giorno di lezione del corso dell’esame che avrei dovuto sostenere, giusto per farvi capire come viviamo noi pendolari, sono anche andata a parlare con la docente spiegandole che io sarei arrivata da Biella la mattina stessa dell’esame e che c’era il concreto rischio, a causa dei continui disservizi dei trasporti locali, di non poter rispondere all’appello fissato per le nove. Ero 66esima per cui pensavo non ci sarebbero stati problemi, avrei chiesto ad una compagna di rispondere per me, ma lei è stata tassativa, chi non si presenta all’appello non può sostenere la prova».
«E così mercoledì mi sono svegliata alle 4.40 del mattino, mi sono preparata ho raggiunto la stazione sperando di poter arrivare in tempo a Milano. Ero più agitata per la preoccupazione di perdere le coincidenze – conclude la 20enne – che per l’esame. Ad un certo punto il treno si è fermato in mezzo al nulla per un tempo infinito; parlavano di un passaggio a livello guasto, anche se, in realtà, quando capitano queste cose non si capisce mai bene perché. In ogni caso quando siamo partiti ci siamo fermati poco dopo, in una stazione dove non avremmo dovuto, ovvero Casaleggio. Forse la sosta serviva per far salire dei passeggeri visto che il treno da Biella, dopo quello che ho preso io, prevedeva tutte le fermate tra cui quella; ormai eravamo talmente in ritardo che probabilmente ci siamo accavallati con gli orari della corsa successiva alla nostra.
«Alla fine sono riuscita ad arrivare a Novara dove, ovviamente, tutte le coincidenze che avrebbero potuto farmi arrivare in orario erano partite. Così ho preso la via del ritorno e, dopo essere stata inutilmente in giro per ore, sono tornata a casa. Su quel treno per Biella non ero da sola, c’erano un sacco di persone che, come me, avevano impegni, esami, appuntamenti che sono saltati. La cosa che mi fa più infuriare è che non è mai colpa di nessuno o forse la colpa è quella di non avere una casa a Milano o Torino. Io, fortunatamente, a settembre prenderò un appartamento, però mi chiedo, gli altri pendolari come faranno ad andare avanti così?».
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Ardmando
15 Giugno 2023 at 8:45
E’ vergognoso che l’amministrazione di Biella non faccia di più assieme alla Regione per costringere le ferrovie dello stato a rendere efficiente i collegamenti ferroviari della città. Non stiamo parlando di un paesino sperduto nel nulla, parliamo di un capoluogo di provincia che ha un certo peso e un certo ruolo nell’economia della Regione.
Enrico
15 Giugno 2023 at 9:10
a volte penso cosa ci faccio ancora a Biella.collegamenti ferroviari penosi,strade veloci per raggiungere i capoluoghi che si pensano da 40 anni senza farli, fibra ottica in ritardo vergognoso( posata 4 anni fa a Borriana e mai connessa ) ospedale che funziona a mezzo servizio con liste di attesa chiuse ( al cup ci vorrebbero far andare a Novi ligure per una tac a dicembre tra l’altro!).Poveri noi, ma ce lo meritiamo proprio?Quanti politici dobbiamo ringraziare?
Pier Giovanni Malanotte
15 Giugno 2023 at 12:29
E siamo nel 2023 ! forse a piedi dalle 4:00 del mattino arrivava a Milano in tempo.
E poi ci lamentiamo dei giovani; quella gentile Signorina voleva solo dare un esame, per poi darne altri, superarli e prendere la laurea e lavorare, speriamo in Italia e non all’estero.
Che fanno le Autorità ?