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Grido d’aiuto per la sequoia

Pianta monumentale danneggiata dal maltempo, ma è di proprietà di un privato e non spetta al comune intervenire

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Grido d’aiuto per la sequoia. A pochi passi dal monastero Mater Carmeli di Chiavazza svetta uno dei “giganti verdi” più imponenti d’Italia. Una sequoia monumentale alta 51,5 metri, con una circonferenza di oltre otto metri.

Un esemplare straordinario, il più alto della regione e secondo solo a quello di Reggello in Toscana. Eppure questo monumeto naturale, piantato nel 1850 da Bernardo Rosazza, rischia di andare incontro a un lento declino.

Grido d’aiuto per la sequoia

Lo denuncia un lettore. «La sequoia ha subito gravi danni in seguito alle recenti perturbazioni. Sono caduti molti rami, alcuni di dimensioni importanti. Per sicurezza, l’area è stata transennata. Ma la caduta ha lasciato ferite evidenti nel tronco. Che potrebbero diventare il punto d’accesso per parassiti, funghi e muffe mettendo così a rischio la sopravvivenza dell’albero. Servono interventi urgenti».

Il problema principale, però, è capire chi deve fare la manutenzione. «La sequoia si trova su un terreno privato – chiarisce l’assessore ai parchi e giardini Cristiano Franceschini -. Quindi la sua cura spetta esclusivamente al proprietario. Il comune è chiamato a intervenire solo se la caduta dei rami costituisce un pericolo per la circolazione o per i cittadini. Ma in questo caso il rischio non sussiste».

Risposta amara

Una risposta che lascia l’amaro in bocca a chi vorrebbe vedere tutelato questo straordinario esemplare. La sequoia è infatti inserita nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. Sulla cartellonistica che la celebra compaiono, tra gli enti di riferimento, anche il comune di Biella, la Regione Piemonte, il Ministero per i beni e le attività culturali, il Mipaaf e il Ministero della transizione ecologica. «Se il proprietario non ha le possibilità, sarebbe giusto intervenissero gli enti che si vantano della sua presenza», conclude il cittadino.

La sequoia monumentale di Chiavazza (indicata anche da Google maps) non è solo un simbolo della grandiosità della natura. E’ una testimone silenziosa di quasi due secoli di storia. Salvarla è un atto d’amore verso il territorio e la sua memoria.
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