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Giovanni Jeantet, l’uomo dei canestrelli

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Biella era la città industriale del futuro quando la famiglia Jeantet la scelse per viverci. Precisamente nel 1948 Eusebio, nato a Saladillo in Argentina da una famiglia di migranti italiani, in cerca di un avvenire più roseo per i suoi figli si trasferì con la sua famiglia da Moncrivello a Biella. Nello stesso anno i Jeantet rilevarono l’albergo ­ristorante Monte di Varallo, in Riva e da lì iniziò la loro avventura biellese.

Biella era la città industriale del futuro quando la famiglia Jeantet la scelse per viverci. Precisamente nel 1948 Eusebio, nato a Saladillo in Argentina da una famiglia di migranti italiani, in cerca di un avvenire più roseo per i suoi figli si trasferì con la sua famiglia da Moncrivello a Biella. Nello stesso anno i Jeantet rilevarono l’albergo ­ristorante Monte di Varallo, in Riva e da lì iniziò la loro avventura biellese.

Giovanni figlio di Eusebio, ormai noto anche al di fuori dei confini biellesi per i suoi canestrelli, a 15 anni iniziò a lavorare come panettiere. Di questa prima esperienza ricorda: «Ero uno dei pochi che faceva un’unica tirata dalle 2.30 del mattino alle 20. Erano orari molto pesanti, ma c’era un’enorme soddisfazione perché prima tutti mangiavano il pane, ora non è più così fondamentale e viene sostituito da altri prodotti».

Eppure Giovanni è stato panettiere per lungo tempo, rilevando prima una piccola bottega in Via Italia e poi ingrandendosi con l’acquisto di un bar­pasticceria che si trovava accanto.

L’attuale punto vendita in Piazza Vittorio Veneto è la realizzazione di un sogno: «A un certo punto ci tenevamo ad avere un posto nostro così nel settembre 1974 abbiamo acquistato qui, sono ormai 41 anni» afferma.

Inizialmente l’intento era quello di mantenere la panetteria, ma poi optò per la diversificazione e trasformò l’attività in un bar­pasticceria. Erano i tempi della Biella industriale e Giovanni ne rammenta le grandi potenzialità di crescita: «la gioventù biellese di allora era bellissima, c’era lavoro per tutti e un grande entusiasmo. Ora le fabbriche sono chiuse e anche la popolazione è calata». Ne parla con il dispiacere tipico di chi ha a cuore il suo territorio: «Ormai mi sento biellese e seppure a me il lavoro non manchi, è una sofferenza vedere questa città in crisi» chiarisce.

Una crisi che non ha mai colpito l’attività dei Jeantet, soprattutto grazie al grande successo dei canestrelli, lanciati sul mercato 20 anni fa.
 È questo il loro punto di forza, seguito dalla torrefazione del caffè, il miele e il Ratafià. «La nostra solidità è dovuta alla selezione attenta delle materie prime che col tempo sono rimaste sempre le stesse» confessa Giovanni.

Ma bisogna riconoscere che i Jeantet hanno anche avuto la capacità di adattarsi alle innovazioni puntando sull’e­commerce già dal 2000. Un’intuizione che deriva dai più giovani della famiglia e che gli ha permesso di raggiungere i mercati internazionali. Pier Giorgio, il figlio di Giovanni, racconta di come i loro prodotti siano ormai dei veri ‘viaggiatori’: «spediamo i canestrelli in Francia, Inghilterrra, USA, Giappone, Arabia Saudita, Canada, Colombia. Ci avvaliamo di corrieri molto efficienti e in 72 ore riusciamo a farli arrivare in Australia».

Grazie a questa lungimiranza l’attività gode di ottima salute, tant’è che oltre a Pier Giorgio e Patrizia, figli di Jeantet, vi lavorano i rispettivi consorti, i nipoti e ben sei dipendenti.

Certo la loro forza è più nei ‘dolci invernali’, sebbene abbiano anche il gelato. «Chi ci conosce sa che abbiamo anche il gelato e viene da noi per le creme. Ma ora, si sa, le gelaterie spuntano come funghi!» esclama sorridendo il re dei canestrelli.

Maria Adelaide Picci

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