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Gallana nuovo presidente dell’Iris

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E’ Paolo Gallana il nuovo presidente dei servizi socio assistenziali Iris. L’insegnante del Bona, in passato membro della segreteria del Partito Democratico, è succeduto ad Isabella Scaramuzzi alla  gestione del consorzio.

E’ Paolo Gallana il nuovo presidente dei servizi socio assistenziali Iris. L’insegnante del Bona, in passato membro della segreteria del Partito Democratico, è succeduto ad Isabella Scaramuzzi alla  gestione del consorzio.

L’Iris è uno dei due consorzi per i servizi socio assistenziali in cui è divisa la provincia, con competenza sul settore occidentale; al settore orientale è invece preposto il Cissabo. I suoi compiti spaziano dai servizi territoriali al sostegno agli anziani, ai poveri e ai disabili; tutti originariamente prerogativa dell’Asl, affidati in seguito ai comuni e da questi gestiti per mezzo di tali consorzi, che operano con personale proprio o proveniente dalle cooperative.

Il neoeletto presidente dovrà subito far fronte, nella prima riunione con gli amministratori locali, alla gestione della fusione fra Iris e Cissabo, come ci spiega lui stesso: l’operazione è stata decisa per rendere l’area compresa nel distretto sanitario di Biella dipendente da un unico consorzio, invece di due, di fronte alla constatazione che province ben più estese e popolose non hanno attuato una suddivisione delle competenze sui servizi socio assistenziali. Sarà però una questione da affrontare con molta attenzione, in quanto nessun comune dovrà vedere la qualità del servizio diminuire a seguito della fusione.

In ogni caso, il vero flagello della provincia è un altro: la povertà ha raggiunto livelli allarmanti. “E’ soprattutto il livello di povertà assoluta – dice Gallana – a preoccupare: i centri di distribuzione di cibo sono pieni, non riusciamo a farvi fronte. Allo stesso tempo le risorse messe a disposizione per i servizi socio assistenziali sono sempre più a rischio, mentre dobbiamo garantire anche i servizi agli anziani e ai disabili. Per fare un esempio, se in una famiglia entrambi i genitori non sono più autosufficienti, con le rette delle case di riposo ordinariamente sopra i duemila euro al mese ai membri più anziani i familiari non possono garantire le giuste attenzioni. E’ più di un’emergenza sociale, è un dramma sociale. La disoccupazione è cresciuta molto e interi nuclei familiari sono in miseria”.

Ben poche le soluzioni a livello locale: “Amministrazioni locali e consorzi , dialogando con la regione, devono affrontare queste sfide, ma per la povertà assoluta servono misure su scala nazionale. Si dovrebbe introdurre il reddito d’inclusione sociale, ovvero un’integrazione economica per i più poveri accompagnata da servizi e interventi di supporto per la ricerca di un nuovo posto di lavoro. Non si tratterebbe di un semplice provvedimento monetario, ma per il singolo si strutturerebbe come un concreto progetto per uscire dalla povertà. E’ già presente in tutta Europa tranne Grecia e Italia, ed è una misura indispensabile. Senza un’azione coordinata a livello nazionale non usciremo da questa situazione”.

Eric Repetto

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