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Edifici e strutture inutilizzate, la mappa dei “buchi neri”

Dall’ascensore inclinato al vecchio ospedale, dall’ex albergo diurno alle funivie di Oropa

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edifici e strutture inutilizzate

Edifici e strutture inutilizzate, la mappa dei “buchi neri”. Per sottolineare la delusione, invece di dire “Perché in occasione delle alluvioni i ponti moderni crollano mentre quelli realizzati dai romani sono ancora al loro posto?” potranno utilizzare un altro termine di paragone. “Perché la vecchia funicolare del Piazzo ha funzionato egregiamente per oltre 130 anni, mentre l’ascensore inclinato dopo appena sette è da rottamare?”.

Edifici e strutture inutilizzate

Già. Inaugurato nel 2018 con un investimento di un milione e 600 mila euro, più un’altra cifra immaginiamo milionaria per gli interventi di manutenzione straordinaria necessari. L’ascensore inclinato del Piazzo la scorsa settimana ha esalato il suo ultimo respiro. Una scelta dolorosa ma ritenuta unanimemente necessaria da parte dell’amministrazione comunale. Ma ora la domanda è una sola: “E adesso che si fa? Quanto ci costeranno ristrutturazione e nuovo collegamento? Mica potremo lasciare il Piazzo a vita solamente con il bus navetta!”. Risposte che al momento non ci sono. Anche perché l’impegno economico per una nuova tradizionale funicolare (immaginiamo che l’esperienza degli ascensori inclinati 4.0 sia definitivamente chiusa) sarà per forza multi-milionario. E allora, dove trovare i soldi?

Da decenni la città di Biella è alle prese con problemi irrisolti circa l’utilizzo di beni pubblici abbandonati a se stessi.

La mappa dei “buchi neri”

Il “top dei top”, il numero uno indiscusso è assegnato all’ex laboratorio di sanità all’uscita dell’ospedale. I cui lavori sono iniziati negli anni Ottanta grazie a un investimento pari a 8 miliardi (di vecchie lire, ovviamente). Sarebbe dovuto diventare la prima struttura del genere in tutto il Piemonte. Una meraviglia insomma.

Prima la presenza di un traliccio Enel di cui si dava per certo lo spostamento (anche se Enel sembrava non ne sapesse nulla). Poi l’aumento dei costi e una vicenda giudiziaria durata tantissimi anni ne hanno bloccato i lavori. Rimasto abbandonato a se stesso, ai graffittari e a chi cercava un riparo notturno in mancanza d’altro. Dal 2006 si era ipotizzata prima la sua trasformazione in un centro di ricerca e dopo dieci anni in hotel. È ancora lì. Abbandonato. Dopo quasi mezzo secolo di incuria totale l’unica soluzione dovrebbe essere l’abbattimento. Ma lui resiste, imperterrito.

Vecchio ospedale

Ovviamente parlando di sanità non si può non citare il problema più grande, proprio da un punto di vista delle dimensioni, ovvero il vecchio “Ospedale degli Infermi” (nella foto). Chiuso dal dicembre 2014. In questo caso non possiamo che affidarci alle promesse del sottosegretario Andrea Delmastro. Messosi di traverso anche con il suo collega di partito, il sindaco Marzio Olivero, che ne auspicava l’abbattimento, come tantissimi altri.

Dopo i tanti progetti di riutilizzo in ambito sanitario il sottosegretario ha zittito tutti assicurando la sua trasformazione nella scuola degli agenti della Polizia Penitenziaria. La città è in attesa.

Funivie di Oropa

Dovrebbe invece giungere a soluzione la questione delle funivie d’Oropa. In consiglio comunale il primo cittadino ha più volte ribadito che dopo i necessari e costosi interventi di ammodernamento, il collegamento ritornerà a essere operativo il prossimo anno. C’è da segnalare, a dimostrazione dell’impegno, che in questi giorni la stessa amministrazione ha aperto un bando per la nomina del presidente e del consiglio di amministrazione della Fondazione Funivie. Anche in questo caso la città rimane in attesa.

Albergo diurno, Villa Rivetti, oratorio di San Rocco, villa Pramaggiore

Meno problematico dovrebbe essere il riutilizzo dell’ex albergo diurno dei giardini Zumaglini. Niente più bagni pubblici, ma un esercizio commerciale destinato alla somministrazione di alimenti e bevande, dunque un bar. Si vociferava che ci fossero dei concreti interessamenti ma al momento nulla di concreto. Come nulla di concreto c’è per l’ex Villa Rivetti, situata di fronte al vecchio ospedale. I diversi tentativi di vendita all’asta di quello che è anche stato un asilo nido, sono andati desolatamente a vuoto senza alcun interessamento.

Immaginiamo poi che la tentata vendita dell’ex oratorio di San Rocco in Riva sia solo un adempimento burocratico e nulla più. Ma chi può essere interessato all’acquisto di un immobile composto da una semplice facciata? Infine anche per villa Pramaggiore di Cossila le vendite all’asta sono andate deserte.

Teatro Sociale, Museo del Territorio

Meno inquietanti dei casi fin qui narrati – perché almeno non risultano abbandonati – sono il teatro Sociale e il Museo del Territorio. Il primo è stato chiuso nel 2022 per importanti lavori di ristrutturazione ma entro la fine dell’anno – almeno secondo quanto comunicato allora – dovrebbe riaprire. Sul Museo del Territorio si può dire solo che è stato chiuso il 3 giugno 2024 per consistenti infiltrazioni d’acqua e della necessità di ristrutturazione. La riapertura rimane invece un “mistero glorioso”. In quanto ottenere dal comune qualche notizia non è facile – tanto per usare un eufemismo – nonostante il metodo “gentile” utilizzato.
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4 Commenti

1 Commento

  1. Arnoldo

    7 Settembre 2025 at 19:09

    e un disastro biella disastrata c e anche il bar della burcina con un bando sparito tutto il resto è lì da vedere anche il marciapiede per Tollegno che e una vergogna da vedere più erbacce sporcizia dappertutto che schifo

    • Ardmando

      8 Settembre 2025 at 7:56

      Bruno, raccogli i tuoi stracci e vai via da Biella, se ti fa tanto schifo. A noi fai schifo tu, anche se cambi nome…

      • Arnoldo

        8 Settembre 2025 at 11:18

        figurati tu quanto fai schifo i tuoi stracci bruciali puzzano

  2. Chiarentini

    8 Settembre 2025 at 16:52

    Ma per la funicolare/ascensore mi domando: come mai quello di Bard funziona benissimo, andando su e giù, tutto il giorno, 7 giorni su 7?!?! Forse è solo un problema dell’azienda che l’ha installata? Chiedere i danni? E chiedere al comune di Bard a chi si sono appigliati!! Ma noi a Biella facciamoci sempre prendere per ii fondelli da aziende di chissà dove, senza controlli e verifiche… se chiudiamo l’unica cosa bella della città!!! Che tristezza

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