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Don Andrea Giordano ritorna a fare il sacerdote

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Per quanto ne sappiamo è stato l’unico sacerdote sospeso dalla Curia diocesana in tempi recenti. Ora però, dopo aver scontato la punizione inflittagli dal vescovo la scorsa estate, è ritornato a pieno titolo a essere un componente della chiesa biellese. Il soggetto è don Andrea Giordano, molto conosciuto in città per aver preso i voti ormai non più giovanissimo, dopo una normale esistenza caratterizzata da un’attività da libero professionista – che tuttora conduce – ma soprattutto da una famiglia allietata dalla presenza di prole.
Non sappiamo come don Andrea Giordano abbia trascorso spiritualmente questo lungo periodo ma certamente non ha smesso di alimentare il suo blog dal quale aveva lanciato alla gerarchia quelle accuse che gli erano costate la sospensione stessa. Com’è altrettanto noto infatti, da anni il sacerdote ha aperto uno spazio virtuale con un nome che è tutto un programma (“chiesacontrocorrente”) attraverso il quale in numerose occasioni ha tuonato contro la gerarchia ecclesiastica locale.  
Tanto per fare qualche esempio, fu proprio lui a coniare il termine “la piazza del faraone” (non è difficile indovinare chi sia il “faraone”) a proposito del rifacimento di piazza Duomo ritenendo che i soldi necessari per l’intervento – una cifra superiore al milione di euro – sarebbero stati spesi meglio in opere per combattere povertà e situazioni di disagio.
Lasciato praticamente solo anche dalla maggioranza dei confratelli, nel corso del sacerdozio è rimasto pure senza parrocchia, improvvisamente toltagli. Dunque sempre più isolato ma non per questo meno battagliero e desideroso di andare avanti per la strada intrapresa.
Il sacerdote è diventato oggetto di cronaca con la sua pubblica denuncia dell’esistenza di un confratello condannato per reati di pedofilia mentre si trovava in missione in un Paese dell’America Latina. La notizia, scritta sul blog, fu immediatamente ripresa dagli organi di informazione con tutte le successive forti polemiche.
La sospensione gli fu notificata ad agosto e lui ovviamente ne diede immediata notizia: «E’ ufficiale e provato – scrisse in quella occasione don Giordano – nella diocesi di Biella, il vescovo Gabriele Mana ha accolto, protetto e nascosto un prete pedofilo condannato dalla giustizia brasiliana, gli ha affidato un incarico in diocesi ma non lo ha sanzionato o sospeso mentre sospende un prete solo reo di raccontare il marcio del sistema».

Per quanto ne sappiamo è stato l’unico sacerdote sospeso dalla Curia diocesana in tempi recenti. Ora però, dopo aver scontato la punizione inflittagli dal vescovo la scorsa estate, è ritornato a pieno titolo a essere un componente della chiesa biellese. Il soggetto è don Andrea Giordano, molto conosciuto in città per aver preso i voti ormai non più giovanissimo, dopo una normale esistenza caratterizzata da un’attività da libero professionista – che tuttora conduce – ma soprattutto da una famiglia allietata dalla presenza di prole.
Non sappiamo come don Andrea Giordano abbia trascorso spiritualmente questo lungo periodo ma certamente non ha smesso di alimentare il suo blog dal quale aveva lanciato alla gerarchia quelle accuse che gli erano costate la sospensione stessa. Com’è altrettanto noto infatti, da anni il sacerdote ha aperto uno spazio virtuale con un nome che è tutto un programma (“chiesacontrocorrente”) attraverso il quale in numerose occasioni ha tuonato contro la gerarchia ecclesiastica locale.  
Tanto per fare qualche esempio, fu proprio lui a coniare il termine “la piazza del faraone” (non è difficile indovinare chi sia il “faraone”) a proposito del rifacimento di piazza Duomo ritenendo che i soldi necessari per l’intervento – una cifra superiore al milione di euro – sarebbero stati spesi meglio in opere per combattere povertà e situazioni di disagio.
Lasciato praticamente solo anche dalla maggioranza dei confratelli, nel corso del sacerdozio è rimasto pure senza parrocchia, improvvisamente toltagli. Dunque sempre più isolato ma non per questo meno battagliero e desideroso di andare avanti per la strada intrapresa.
Il sacerdote è diventato oggetto di cronaca con la sua pubblica denuncia dell’esistenza di un confratello condannato per reati di pedofilia mentre si trovava in missione in un Paese dell’America Latina. La notizia, scritta sul blog, fu immediatamente ripresa dagli organi di informazione con tutte le successive forti polemiche.
La sospensione gli fu notificata ad agosto e lui ovviamente ne diede immediata notizia: «E’ ufficiale e provato – scrisse in quella occasione don Giordano – nella diocesi di Biella, il vescovo Gabriele Mana ha accolto, protetto e nascosto un prete pedofilo condannato dalla giustizia brasiliana, gli ha affidato un incarico in diocesi ma non lo ha sanzionato o sospeso mentre sospende un prete solo reo di raccontare il marcio del sistema».

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