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Dieci anni senza Maria Bonino

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Sono dieci gli anni trascorsi senza Maria Bonino, ma il suo ricordo continua a vivere nell’opera della Fondazione nata per continuare la sua missione.

Sono dieci gli anni trascorsi senza Maria Bonino, ma il suo ricordo continua a vivere nell’opera della Fondazione nata per continuare la sua missione.

Il 24 marzo del 2005 la dottoressa biellese si spegneva a Luanda, in Angola. Fu una delle tante vittime di quell’epidemia di febbre di Marburg, un virus simile all’Ebola.

“Maria – ricordano oggi sulla pagina della Fondazione che porta il suo nome – ha voluto seguire quello in cui credeva, quello per cui aveva sempre lottato e l’ha fatto fino all’ultimo: non è scappata, ma è rimasta ad assistere i suoi piccoli pazienti. Ciò che vogliamo ricordare di Maria è proprio la sua semplice coerenza e il suo coraggio nell’essere medico, senza la pretesa di cambiare il mondo, ma con la consapevolezza che con l’esempio e la determinazione si possono raggiungere grandi risultati”.

La sua storia commosse l’Italia e il mondo: pediatra, volontaria dell’associazione “Medici con l’Africa Cuamm”, era responsabile del reparto infantile dell’ospedale di Uige e da mesi lavorava giorno e notte per assistere e cercare di curare i bambini colpiti dall’epidemia di febbre emorragica che infine, per stare vicino ai suoi bimbi, avrebbe ucciso anche lei.

Nemmeno la morte, però, ha fermato i progetti della “sognatrice combattente”. Oggi ricordiamo la “silenziosa eroina” (così la definì Papa Benedetto XVI), ma il modo migliore per farlo è non dimenticare l’Africa e le persone per le quali decise di dare la vita.

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