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Costretti a buttare il formaggio per colpa del blocco Covid

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Francesco Negra, che ha un allevamento di capre e di vacche di razza Piemontese a Scopello e ad Alagna ed è titolare dell’agriturismo Fum Diss ad Alagna, racconta la sua situazione: “Normalmente d’inverno lavoriamo con l’agriturismo, conferiamo il latte al caseificio di Piode e teniamo una parte da trasformare in formaggi. Dall’inizio della pandemia abbiamo subìto prima un abbassamento del prezzo del latte, poi minori vendite dei formaggi, anche al dettaglio nello spaccio aziendale, senza dimenticare la chiusura dell’agriturismo nei periodi di lockdown. Ora, con la zona gialla, a pranzo riusciamo a lavorare un po’, ma non riusciremo a recuperare le perdite di quest’anno, mentre le nostre vendite di formaggio sono intorno al 15% rispetto alla media degli scorsi anni. Questo blocco all’ultimo momento ci danneggia ulteriormente: avevamo preparato i formaggi freschi che le persone avrebbero potuto portare via a fine vacanza ed ora siamo costretti a buttarli, perché non tutti sono adatti ad essere trasformati in prodotto stagionato, come ad esempio le ricotte fresche, gli erborinati e il primo sale. Sarà un vero spreco e un danno. Io e mio fratello poi, come tanti altri nella zona, siamo anche maestri di sci, e quest’anno non abbiamo potuto fare una sola lezione, a parte le poche ore con gli atleti agonisti”.

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