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Confesercenti, dopo un anno di crescita calano i consumi delle famiglie

L’aumento dei prezzi – in particolare di utenze e altre spese fisse incomprimibili – inizia ad avere un impatto negativo

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L’aumento dei prezzi – in particolare di utenze e altre spese fisse incomprimibili – inizia ad avere un impatto sui consumi delle famiglie. Che, dopo un anno di crescita, si apprestano a tornare in territorio negativo. E senza un rallentamento dell’inflazione, il gap è destinato ad allargarsi in autunno, con una perdita di -2,1 miliardi di euro di consumi concentrata nell’ultimo trimestre dell’anno. A stimarlo è Confesercenti.

Un’inversione di tendenza che allontanerebbe ancora di più la ripresa dei consumi, ormai impossibile da afferrare prima del 2024: a fine 2022, infatti, la spesa delle famiglie risulterebbe ancora di 36 miliardi inferiore al livello pre-pandemico, e anche le prospettive per il 2023, al momento, sono di un forte rallentamento, con un’inflazione ancora al 4% nella media annua.

A rallentare i consumi, l’incertezza sulla fase economica – in particolare sulle prospettive di fine anno – che spinge le famiglie ad una maggiore cautela. Ma a pesare è soprattutto l’inflazione, che sta spingendo i consumatori anche a ridistribuire il budget tra le voci di spesa, in un quadro condizionato dall’aumento delle spese fisse, che valgono ormai metà del bilancio familiare.

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