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Chiudiamo l’azienda e partiamo per la Germania

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“Partiamo oggi stesso – afferma -. Mio marito, la bimba più piccola ed io. Staremo via una settimana e cercheremo un lavoro e una casa. Poi torneremo a prendere gli altri due bambini che nel frattempo hanno trovato una sistemazione dai nonni. Abbiamo degli amici che vivono e lavorano là. Ci hanno detto che quello è un paese dove non si fatica a trovare un’occupazione, basta adattarsi. Ci daranno una mano  perchè noi non conosciamo la lingua”.

“Mi chiamo Barbara, moglie e mamma di tre bambini: due di nove anni, il più grande di 11”. Inizia così lo sfogo di una donna di 45 anni che ha perso la speranza di dare un futuro alla sua famiglia qui nel Biellese. E che ha deciso di preparare le valige e di ricominciare una vita altrove. In Germania. “Partiamo oggi stesso – afferma -. Mio marito, la bimba più piccola ed io. Staremo via una settimana e cercheremo un lavoro e una casa. Poi torneremo a prendere gli altri due bambini che nel frattempo hanno trovato una sistemazione dai nonni. Abbiamo degli amici che vivono e lavorano là. Ci hanno detto che quello è un paese dove non si fatica a trovare un’occupazione, basta adattarsi. Ci daranno una mano  perchè noi non conosciamo la lingua”.

Una storia straziante, quella di Barbara e della sua famiglia. Ma comune a tanti altri Biellesi. Una piccola azienda famigliare che non ce la fa più ad andare avanti. Troppe tasse e qualche debito che inizia a pesare. Le banche che chiudono la porta in faccia e nessuna speranza di trovare un nuovo lavoro. Qualsiasi esso sia. 

Elisabetta Ferrari

La versione integrale dell’articolo è pubblicata sulla Nuova Provincia di Biella

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