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Chirurgia Vascolare ed Endovascolare, primi interventi di medicina rigenerativa

Ospedale di Biella

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All’Ospedale di Biella sono stati recentemente eseguiti i primi due interventi di medicina rigenerativa legati alla Chirurgia Vascolare ed Endovascolare. A condurli l’équipe della Struttura Complessa del Direttore Enzo Forliti, prima ad applicare questa tecnica nel quadrante del Piemonte Orientale e tra le prime a livello regionale, grazie all’utilizzo di un innovativo dispositivo medico con cui è ora possibile
trattare pazienti affetti da ischemia critica già sottoposti a plurimi interventi di rivascolarizzazione o non candidabili a tali interventi per povertà degli assi arteriosi di gamba oppure con ulcere croniche cosiddette “non healing” (ovvero non guaribili secondo i metodi di trattamento tradizionali), riducendo così il rischio di amputazione d’arto.
«Abbiamo effettuato due interventi su altrettanti pazienti con caratteristiche riconducibili a diversi tentativi infruttuosi di rivascolarizzazione o con rivascolarizzazioni andate a buon fine ma con ulcere croniche – spiega Forliti – Adesso possiamo dire di essere partiti con la medicina rigenerativa, un supporto in più da offrire ai pazienti che presentano situazioni difficilmente trattabili per
problematiche vascolari».
Il dispositivo medico impiegato dalla Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell’ASLBI permette infatti di produrre, direttamente in sala operatoria e dal sangue periferico prelevato dal paziente, un concentrato cellulare autologo di monociti macrofagi. Si tratta di cellule ad alta capacità immunomodulatoria, antinfiammatoria e rigenerativa che favoriscono un cambiamento dello stato infiammatorio cronico della lesione favorendo la rigenerazione dei tessuti. L’impianto di questo concentrato consente inoltre di ridurre il dolore ischemico nei pazienti non rispondenti ai farmaci antidolorifici.
La produzione del concentrato di cellule mononucleate avviene tramite un sistema di separazione (HemaTrate Blood Filtration System di Cook Regentec) del sangue prelevato con filtrazione per gravità, a circuito chiuso, che non necessita di macchinari. Il concentrato ottenuto viene quindi iniettato intramuscolarmente nell’arto ischemico lungo il decorso dei vasi di gamba.
Il trattamento, indicato proprio dagli specialisti di questa branca per quanto riguarda i pazienti vascolari, prevede un ciclo di tre sedute a distanza di circa un mese l’una dall’altra, sia per osservare i benefici apportati dalla terapia sia per completare e consolidare la stessa.

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