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Caro Energia, secondo uno studio Ires in Piemonte una impresa su due potrebbe chiudere

Dal 2019 gas naturale +294%, petrolio +75% carbone +97%, elettricità +138%,

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L’aumento delle materie prime potrebbe far lievitare i costi di produzione delle aziende fino al 40 per cento almeno per un’azienda su tre, causando così una equivalente perdita di redditività. È un vero e proprio flagello quello che si sta abbattendo sulle imprese piemontesi e non solo: chi si presenta a questo appuntamento con margini consistenti e in piena salute dovrebbe essere in grado di reggere l’onda d’urto, chi già era in una situazione di fragilità rischia di “uscire dal mercato”. A spiegarlo, dati alla mano, è il rapporto annuale di Ires Piemonte secondo cui un’impresa su due, tra le 55mila campionate, potrebbe semplicemente chiudere.

L’Ires stima che tra il 2019 e il 2022 il costo del gas naturale potrebbe aumentare del 294%, il petrolio del 75%, il carbone del 97%, l’elettricità del 138%. È in questo scenario che sono costrette a muoversi le imprese (oltreché le famiglie) piemontesi, italiane e del resto d’Europa. Con la prospettiva, nella peggiore delle ipotesi, che l’incremento dei costi per l’energia sia del 140 per cento rispetto al 2019.

“Questi incrementi, qualora si rivelassero effettivi – si legge nella relazione – avrebbero un grande impatto su una delle caratteristiche più rilevanti delle imprese italiane e piemontesi, cioè la redditività operativa. Nella fattispecie, l’incremento dei costi energetici peggiorerebbe significativamente laredditività di circa il 40% delle imprese da noi selezionate, rivelando così come lo shock energetico possa influire fortemente sugli sbilanciamenti nel conto economico delle imprese”. Di qui la possibilità che “un’impresa su due” tra quelle più fragili possa “subire sbilanciamenti tali da costringerla a entrare in una classe di rischio”

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