Attualità
Campioni sotto le stelle, Gianmarco Pozzecco fuoriclasse anche di simpatia
Venerdì al teatro Sociale-Villani c’è stato l’incontro con il Ct della nazionale di basket
Poteva mancare il basket nella collezione di Campioni sotto le stelle? Ovviamente no, E così dopo aver ospitato in città tanti esponenti del mondo del calcio, del tennis, della scherma e per ultimi ben sette campioni del mondo del volley, venerdì sera è toccato all’ex playmaker di Varese e attuale coach della Nazionale, Gianmarco Pozzecco, ricevere gli applausi di un teatro Sociale per l’ennesima volta da tutto esaurito. Insieme al presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Gianni Petrucci e al presidente della Lega Basket Umberto Gandini, incalzati puntualmente da Alessandro Alciato, hanno fatto trascorrere una serata nostalgica e di “amarcord” al pubblico biellese, da quest’anno purtroppo orfano del basket di Serie A.
La “Mosca Atomica” (soprannome dovuto alla sua statura non proprio eccelsa), che per tanti anni ha saputo appassionare gli spettatori con il suo gioco sregolato ed imprevedibile, eccentrico e fuori da ogni schema, si è ripetuto anche lontano dal parquet. “Viviamo di ricordi noi sportivi e la carriera termina velocemente – ha detto dal palco Pozzecco -. Io ho tanti bei ricordi e ci sono posti che pur non avendo mai giocato, ti tornano alla mente con affetto, come Pesaro e Biella. Adoravo i palazzetti piccoli, dove il rapporto con la gente lo vivi appieno e che ti sanno regalare grandi emozioni. Pallacanestro Biella? Ero a Mosca e volevo chiudere la mia carriera in Italia. Il mio agente mi mise sul mercato, ma non avevo riscosso, diciamo così, grande entusiasmo. Capo d’Orlando e Biella erano state le uniche, ma Biella sembrò titubante e io volevo giocare in un posto dove mi volevano al 100%. Insomma: mi hanno rifiutato e le nostre strade non si sono incrociate”.
Il presidente Petrucci era stato chiamato per l’inaugurazione del Biella Forum: “questa è una città che ama il basket. La forza del nostro sport è quello di legarsi intimamente nelle piccole città, dove si respira pallacanestro. Oggi è difficile investire nello sport, ma ho il ricordo di una città che ama il basket e sono sicuro ritornerà ai livelli che le sono consoni”.
Sulla stessa linea d’onda anche il presidente Gandini: “il basket ha bisogno delle grandi città, ma vive nelle piccole realtà. Io vengo da Varese e ricordo l’Angelico Biella. La passione che ha partorito un palazzetto oggi vuoto, che spero possa trovare nuova linfa e qualcuno che possa prendere il testimone”.
In collegamento non poteva mancare Matteo Soragna (mentre in prima fila al Sociale c’era anche Luca Garri, a Biella nelle stagioni 2005-06 e 2008-10), storico capitano di Pallacanesto Biella. “Da compagni di squadra e poi di stanza in nazionale ero emozionato dalla presenza del ‘Poz’. Siamo entrati in confidenza e mi fece un grande complimento. Da allenatore ha la caratteristica di essere umile e mette i giocatori davanti a tutto e tutti. Si posiziona venti passi indietro ed è la sua grande caratteristica”.
Il commissario tecnico dell’Italbasket ha mandato un messaggio ai tanti ragazzi biellesi presenti a teatro, con un pensiero ad un diciannovenne speciale. “La cosa più bella di fare sport è il divertimento quotidiano: non bisogna focalizzarsi troppo su quello che potrà essere il futuro – ha concluso -. Tanti mi chiedono di Banchero (giovanissima stella, prima scelta assoluta al Draft NBA 2022, diventando la seconda prima scelta di cittadinanza italiana dopo Andrea Bargnani): presto andrò ad Orlando e porterò una cassetta di birra Menabrea per convincerlo a vestire la maglia azzurra. Allenare la nazionale regala sensazioni fantastiche. Io vivo un terremoto di emozioni e non le riesco a trattenere pur rendendomi conto ogni tanto di esagerare”.
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