Attualità
“Bollette insostenibili, costretti a chiudere tre giorni a settimana”
Intervista a Gabriele Greggio, titolare dell’Osteria del Centenario di Pettinengo, che ha preso una drastica decisione
«Resteremo chiusi tre giorni alla settimana, anziché uno. E’ l’unica soluzione possibile per abbattere la spesa per luce e gas e provare a stare dentro ai costi».
Bollette insostenibili, l’Osteria del Centenario chiude 3 giorni a settimana “fino a data da destinarsi”
E’ amareggiato Gabriele Greggio, titolare insieme allo zio Michele dell’Osteria del Centenario a Pettinengo. La decisione è stata presa nei giorni scorsi e comunicata ai clienti con un cartello, affisso all’ingresso dello storico bar trattoria, normalmente aperto dal mattino alla tarda serata: «Considerato l’aumento scellerato, insostenibile, incomprensibile di materie prime e utenze – si legge -, si comunica che il locale resterà chiuso il lunedì, martedì e mercoledì fino a data da destinarsi».
“Non avremmo mai pensato di arrivare a tanto”
L’attività sarà quindi concentrata dal giovedì alla domenica: «Non avremmo mai pensato di arrivare a fare questo – si legge sulla pagina Facebook -, ma tant’è. È un po’ come dire: con la dieta non dimagrisco, quindi mi taglio una gamba e perdo peso. Ecco, trovarsi a dover chiudere per stare nei costi è qualcosa di assurdo. Eppure. Eppure ci troviamo in un momento in cui le scelte drastiche sono da attuare e, prima o poi, tutti ci troveremo a doverne fare. Abbiamo solo anticipato i tempi, per salvarci».
Bolletta triplicata
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima bolletta: circa 2.500 euro. «Praticamente – spiega Greggio, contattato telefonicamente – il triplo rispetto a quella dell’anno scorso, il doppio rispetto a quella precedente. Finora eravamo rimasti aperti sei giorni su sette, lavorando sempre bene. Adesso, però, con la fine dell’estate, la riapertura delle scuole e il ritorno del freddo e delle bollette più care anche per i privati, in settimana i clienti inizieranno a calare. Quindi ci troviamo costretti a questa scelta dolorosa, perché altrimenti non si riesce a stare dentro ai costi. Siamo tra i primi a prendere provvedimenti così drastici, ma temo che non saremo gli ultimi: spero che ad altri vada meglio, ma i conti dovranno farli tutti. Noi abbiamo fatto i nostri e questo è stato il risultato».
“Alzare i prezzi? No, significherebbe non lavorare più”
L’alternativa sarebbe stata quella di alzare i prezzi, ma i proprietari del locale aperto dal lontano 1908 non l’hanno voluta percorrere: «Aumentare i prezzi in questa fase – spiega ancora Greggio – significherebbe non lavorare più, perché non siamo soltanto noi commercianti ad avere bollette più elevate, ma anche i privati. Potrei mettere il caffè a 2 euro o un piatto di pasta al pomodoro a 12, ma poi chi lo ordinerebbe?».
Tutti gli accorgimenti per provare a risparmiare sull’energia
La scelta di tenere chiuso due giorni in più è solo l’ultimo atto di una serie di accorgimenti già adottati in precedenza: «La pandemia – continua Greggio – in un certo senso ci aveva già aiuti a rinnovare e a inventarci cose nuove, dalle consegne a domicilio alla riduzione di costi e sprechi. In cucina abbiamo puntato su materie prime fresche e piatti della tradizione. Facciamo la spesa al dettaglio quotidianamente, soltanto quello che serve per la giornata. Così, tra l’altro, quando siamo chiusi possiamo staccare le celle frigorifere e risparmiare energia».
“Dispiace chiudere tre giorni, ma facciamo tutto quello che è necessario per salvarci”
Per la sua famiglia, che gestisce il locale di Pettinengo quasi ininterrottamente da oltre un secolo, non è stato un passo facile. «Mio padre è in pensione, ma mio zio lavora ancora insieme a me – conclude Greggio -. Per lui, che è sempre stato qui, questa situazione è distruttiva. Eppure non abbiamo alternative, cerchiamo di fare tutto ciò che è necessario per riuscire a salvarci, con la speranza che nel frattempo il quadro internazionale cambi e le bollette tornino a essere umane e sostenibili».
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