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Bimbi prematuri, com’erano ieri e come sono oggi

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«Fino allora non c’era stato alcun problema, tutto procedeva per il meglio. E’ accaduto all’improvviso, senza che vi fosse stato nulla che potesse farlo presagire. Poi, grazie all’intervento del ginecologo Enrico Negrone, c’è stato l’immediato ricovero in ospedale e parto cesareo d’urgenza.

«Fino allora non c’era stato alcun problema, tutto procedeva per il meglio. E’ accaduto all’improvviso, senza che vi fosse stato nulla che potesse farlo presagire. Poi, grazie all’intervento del ginecologo Enrico Negrone, c’è stato l’immediato ricovero in ospedale e parto cesareo d’urgenza. Quando mia figlia ha visto la luce, alla trentaquattresima settimana di gestazione, pesava appena un chilogrammo. Il feto era ridotto in quelle condizioni perché non riusciva più ad alimentarsi. Può immaginare il dolore, il panico di una mamma a una notizia del genere».

Così Barbara Pastore, nel giorno dedicato alla nascita dei prematuri, celebrata con un’apposita mostra all’interno dell’ospedale, racconta la storia di sua figlia Emma.
«Mi ricordo che mi hanno immediatamente ricoverata – continua la testimonianza – per il taglio cesareo e così mia figlia è venuta prematuramente  al mondo».

Immediatamente la neonata è stata trasportata nell’apposito reparto per tutte le cure del caso. «L’ho vista dopo due, tre giorni – continua la testimonianza – avevo indosso  camice, mascherina, guanti, sovrascarpe per evitare qualsiasi possibilità di infezione che in quelle condizioni avrebbe potuto essere fatali. Sono stati momenti molto difficili mitigati però sin da subito dall’estrema professionalità dei medici, in particolare della dottoressa Anna Perona e di tutti gli infermieri del reparto. Mi sono immediatamente resa conto che mia figlia era in ottime mani e questo mi ha dato una grande fiducia e la forza necessaria».

Nata il 25 marzo 2005, la piccola Emma è rimasta  presso il reparto del vecchio ospedale di Biella, sino al 13 maggio.

«Eravamo ormai prossimi all’estate. La bella stagione era già iniziata – racconta la madre- e quindi il periodo invernale con i vari malanni era abbondantemente terminato. Visto che l’altro mio figlio non andava all’asilo, quindi i rischi di trasmissione di malattie era minimo, mi è stato concesso il permesso di portarla a casa, altrimenti il periodo di degenza sarebbe stato indubbiamente più lungo. Quando siamo usciti dall’ospedale mia figlia pesava 1,7 chilogrammi». La piccola  ha reagito. «Per il primo anno  la periodicità dei controlli medici è stata pressoché mensile ma nel frattempo, poco alla volta la bambina si è ripresa. Ovviamente c’è stato qualche problema fisico, ad esempio sotto l’aspetto motorio ha iniziato a camminare qualche mese più tardi rispetto agli altri bambini ma niente di particolarmente grave, mentre dal punto di vista intellettivo e cognitivo non c’è mai stata alcuna anomalia. Una volta raggiunto il terzo anno  il suo sviluppo fisico era pari a quello degli altri. E a quel punto ho tirato un grande sospiro di sollievo».

Oggi Emma è un’adolescente in perfetta forma caratterizzata dalla vivacità di tutte le sue coetanee. «All’inizio sono stati momenti molto difficili – conclude la signora Barbara – provate a immaginare i pensieri di un genitore quando riceve una notizia del genere, ma è andato bene e di questo non smetterò mai di ringraziare il personale medico e soprattutto infermieristico che è stato di una professionalità e di una umanità veramente eccezionale».

Camilla Lazzarin invece  ha quasi dieci mesi essendo nata nel gennaio di quest’anno. E sta benissimo. Urla come tutti i neonati della sua età. Sentendola attraverso il telefono mentre parliamo con la mamma Marianna viene in mento il quesito che tutti i genitori si sono fatti almeno una volta nella vita: «Ma come fanno così piccoli a urlare così tando, dove trovano tutta questa forza».

Camilla è venuta al mondo il 10 gennaio 2016. Pesava due chilogrammi e 60 ed era lunga 45 centimetri. La mamma si trovava alla 33° settimana di gravidanza quando è stata costretta al parto cesareo. Rispetto ad altri neonati la degenza presso l’ospedale di Biella è durata circa un mese, prima che i medici autorizzassero finalmente i genitori a portarla a casa. «Ora la mia piccolina  – afferma la mamma Marianna – sta benissimo, pesa nove chilogrammi, cresce bene, non c’è alcun problema».

Per quanto riguarda la mia esperienza, come penso per tutte le mamme il momento iniziale è caratterizzata dalla paura, dal timore che possa accadere chissà che cosa». «Poi con il trascorrere delle settimane – continua la testimonianza –  la situazione è notevolmente migliorata. Camilla è stata curata nel migliore dei modi. Ora è una bambina in forma perfetta».

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