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L’avvocato presenta una collezione di… gonne

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Cos’hanno in comune il foro e i mercatini, la toga e gli abiti realizzati a mano? Bisogna chiederlo a Nicoletta Verardo, avvocato di professione che nel fine settimana presenterà una collezione – gonne principalmente, ma anche mantelle e qualche giacca – realizzata da lei.

Cos’hanno in comune il foro e i mercatini, la toga e gli abiti realizzati a mano? Bisogna chiederlo a Nicoletta Verardo, avvocato di professione che nel fine settimana presenterà una collezione – gonne principalmente, ma anche mantelle e qualche giacca – realizzata da lei. L’appuntamento è al mercatino organizzato da Inner Wheel   per raccogliere fondi da destinare alle zone terremotate.
Una passione apparentemente insolita, quella per ago e filo, in una donna abituata a frequentare le aule dei tribunali e a occuparsi anche di casi molto spinosi e delicati.
«In realtà cucire mi è sempre piaciuto moltissimo – spiega la diretta interessata -, si tratta di un amore nato ben prima di quello per la legge, lo coltivo fin da ragazzina. Durante quelle lunghe estati, tiravo fuori il Burda (un celebre manuale, ndr) e cercavo di capire come si facesse a cucire e a preparare dei cartamodelli. Sono autodidatta, non ho mai frequentato corsi o scuole particolari. Ogni tanto, quando mi viene voglia, tiro fuori la stoffa e mi metto a cucire. All’inizio si trattava di realizzare gonne per me, poi hanno iniziato a chiedermele anche le mie amiche».
Gonna dopo gonna, Nicoletta Verardo è diventata sempre più brava. I suoi prodotti nel 2014 sono già stati presentati nella galleria Zaion. Ora questo nuovo appuntamento. Nei locali di via Serralunga verranno esposte le sue creazioni: «Riciclo materiale che non ha mercato, di scarto,  – spiega più nel dettaglio -. E cerco di sperimentare mettendo insieme tessuti diversi. Sono una “cucitrice compulsiva”».
Per Nicoletta Verardo si tratta di una passione normalissima: «Gli altri vanno in palestra, io faccio chilometri con la Necchi – scherza -. Faccio un lavoro (è impegnata anche con il Centro Antiviolenza, ndr) per il quale mi capita di seguire storie “pesanti”. Cucire è quindi anche un modo per scaricare lo stress e la tensione». Un modo oltretutto naturale, secondo Nicoletta Verardo, se nasci e cresci nel Biellese: «I filati, i tessuti e le stoffe fanno parte del nostro Dna. Io sono una biellese di “seconda generazione”, ma questa cosa mi è entrata proprio dentro. Mia zia ha sempre lavorato nelle fabbriche e io stessa ho trascorso l’estate della terza media in filatura. Si usava così. Era un modo per passare le vacanze in maniera diversa e guadagnare un po’ di soldi tuoi. Erano esperienze interessanti, contribuivano a formarti. Riscoprire questa nostra identità, potrebbe essere un modo per ripartire anche per il nostro territorio, un modo per ricominciare. Tornare a imparare a usare le mani, riscoprire le professioni artigianali, coniugandole con le innovazioni e la realtà del nuovo millennio. Senza essere nostalgici, ma guardando al futuro».

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