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Biellese infestato, fate attenzione a non portare in giro questo scarabeo

Biellese infestato dalla Popillia Japonica Newman: bisogna fare attenzione a non portare accidentalmente in giro questo scarabeo.

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BIELLA – Biellese infestato dalla Popillia Japonica Newman: bisogna fare attenzione a non portare accidentalmente in giro questo scarabeo.

Si tratta di un insetto nocivo per le piante e soggetto a misure di emergenza ai sensi del decreto 22 gennaio 2018 “Misure di emergenza per impedire la diffusione di Popillia japonica Newman nel territorio della Repubblica Italiana”.

Questo coleottero risulta essere particolarmente dannoso: gli adulti attaccano molte specie vegetali, sia coltivate che spontanee; le larve, che si sviluppano nel terreno, sono invece nocive per i manti erbosi e i pascoli. Biella ricade nelle zone focolaio.

In tutta la provincia gli unici comuni che al momento risultano non essere ancora infestati sono Netro e Donato, che rientrano comunque in quella che è stata individuata come “zona cuscinetto”.

La mappa aggiornata delle aree infestate

Guarda il video informativo:

https://youtu.be/CQ4ebcBxXXI

La comparsa in Piemonte

Nel luglio del 2014 è stato rinvenuto all’interno del Parco del Ticino il coleottero Popillia japonica Newman (Coleoptera, Rutelidae).

E’ un insetto inserito tra le specie da quarantena, riportato nella direttiva 2000/29 CE e nelle liste di allerta del European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO).

Il Settore Fitosanitario e servizi tecnico scientifici, in collaborazione con l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore, ha tempestivamente attivato fin dal 2014, interventi di monitoraggio, contenimento e contrasto alla diffusione dell’insetto.

Dal 2016 è stato attivato un piano di contenimento dell’organismo nocivo attraverso l’installazione di 2000 trappole per la raccolta massale e trattamenti contro le larve nei prati utilizzando insetticidi biologici a base di nematodi entomoparassiti e funghi su una superficie di 423 ettari.

Nel 2017 si è proceduto con la medesima tecnica all’installazione di trappole e per quanto riguarda i trattamenti contro le larve si sono utilizzati insetticidi biologici a base di nematodi entomoparassiti su una superficie di 730 ettari.

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