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Biella, “tengono” soltanto i conti in banca

Pausa Caffè: Ci sono ricchezza e benessere, ma per il resto stiamo sprofondando

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BIELLA – C’è ricchezza e benessere, anche se le cose stanno andando un po’ meno bene dello scorso anno, ma per il resto Biella sta sprofondando. Questo è quanto emerge dall’indagine annuale de Il Sole24Ore sui 107 capoluoghi di provincia italiani pubblicato in questi giorni. E se un leggero miglioramento lo si rileva per quel che riguarda i comparti di affari e lavoro e giustizia e sicurezza, quelli relativi ad ambiente e servizi e cultura e tempo libero fanno registrare un crollo vistoso e preoccupante.

Dalla media complessiva delle singole voci si evince che Biella si colloca al 59° posto su 107 capoluoghi, perdendo due posizioni rispetto allo scorso anno (siamo all’82° posto nei settori che riguardano l’ambiente ed i servizi ed al 70° per cultura e tempo libero).
I miglioramenti demografici (che ci vedono comunque all’88° posto) e quelli sugli affari ed il lavoro (che vedono Biella al 49° posto) non sollevano l’andamento generale di un capoluogo che per ricchezza e consumi è quinto in Italia (si sono comunque perse tre posizioni rispetto al 2020).

E che per questo dovrebbe collocarsi in una posizione più dignitosa. In Piemonte stiamo meglio solo di Alessandria (70°) e Asti (65°), ma ci battono di gran lunga Torino (31°), Cuneo (34°), Vercelli (48°) ed anche il Verbano-Cusio-Ossola (50°). E’ evidente che le politiche culturali, che con la passata amministrazione avevano visto confluire ingenti risorse al borgo storico del Piazzo per una serie di eventi costosi ed ambiziosi, non hanno dato i ritorni auspicati neppure a medio termine, così come il riconoscimento di Biella quale città creativa Unesco ottenuto lo scorso anno, non ci ha allontanati da un baratro che nel comparto della cultura e del tempo libero ci ha visti perdere quindici posizioni in dodici mesi. Sono invece quattordici le posizioni perse in un anno sul fronte dell’ambiente e dei servizi; tra le voci negative spiccano un bassissimo utilizzo del trasporto pubblico urbano ed un elevato numero di autovetture in circolazione proporzionalmente al numero di abitanti. Per quel che riguarda i servizi, le ancora troppe zone d’ombra di cellulari e wifi in diversi ambiti territoriali, mentre le nuove tecnologie volano offrendo prestazioni sempre più avanzate, rappresentano un dato sul quale riflettere.

Giorgio Pezzana

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