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Biella protagonista con due importanti studi al XXVIII European Congress of Perinatal Medicine

Si tratta di uno dei più importanti congressi europei di medicina perinatale dedicato a ginecologi e neonatologi

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BIELLA – L’Ostetricia e Ginecologia di Biella è stata protagonista al XXVIII European Congress  of Perinatal Medicine, organizzato a Lisbona dal 22 al 25 giugno dalla European Association of  Perinatal Medicine. Si tratta di uno dei più importanti congressi europei di medicina perinatale,  dedicato a ginecologi e neonatologi.

L’Azienda Sanitaria biellese è stata una tra le dieci d’Italia e l’unica del Piemonte ammessa a presentare  abstract all’appuntamento, ben due nello specifico, concernenti altrettanti progetti condotti dalla  Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia diretta da Bianca Masturzo.

È stata la ginecologa Chiara Germano a rappresentare l’ASLBI, esponendo gli innovativi lavori  dell’équipe biellese ammessi a essere presentati al congresso internazionale: uno riguardante il parto  con ventosa e uno il trattamento dell’emorragia uterina, progetti che in futuro potrebbero aprire la  strada a nuove procedure a beneficio delle donne e degli operatori. Una vetrina premiante il lavoro di squadra fra i ginecologi e le ostetriche in forza all’ASL di Biella. Al protocollo ha contribuito inoltre Paolo Manzoni, Direttore della Struttura Complessa a Direzione Universitaria (SCDU) Pediatria e del  Dipartimento Materno Infantile.

Parto con ventosa ostetrica

Il primo abstract presentato dall’ASL è stato quello riguardante l’uso della ventosa ostetrica durante il  parto (modalità che si verifica in circa il 7% dei casi totali), in particolare con il posizionamento della  donna nella posizione a carponi anziché in quella tradizionale supina. Uno studio pilota, in attesa di pubblicazione su una rivista scientifica internazionale, effettuato in Ospedale a Biella e che potrebbe  trasformarsi in uno studio a tutti gli effetti coinvolgendo ulteriori nosocomi. Al progetto ha collaborato  attivamente il ginecologo Giuseppe Delogu.
Il parto carponi con applicazione di ventosa (ove necessario) sembrerebbe ridurre il tasso di tagli  cesarei e faciliterebbe le procedure in caso di distocia del bambino nel secondo stadio del travaglio, diminuendo anche i rischi fetali.
Una modalità di procedura che dovrà essere testata nell’efficacia in maniera scientifica tramite  l’attivazione di uno studio randomizzato.

Trattamento dell’emorragia uterina post partum

Il secondo articolo, in fase di pubblicazione su una rivista scientifica, ha riguardato invece uno studio  già terminato e condotto raccogliendo i dati tra le nascite spontanee avvenute all’Ospedale Sant’Anna  di Torino tra il 2015 il 2019, condotto quindi dall’ASLBI in collaborazione con la Città della Salute e della  Scienza di Torino e l’Università degli Studi di Torino.
L’approfondimento riguarda l’utilizzo dell’ecografia durante l’inserimento del catetere a palloncino,  cosiddetto Bakri Balloon, per il trattamento dell’emorragia uterina post partum. Anziché procedere  intuitivamente all’inserimento come avviene generalmente, la procedura permette quindi un  inserimento mirato del dispositivo sfruttando l’ecografia, aumentando l’efficacia e la percentuale di  successo del palloncino, innalzandola quasi al 100%, con conseguenti benefici per la salute della  donna.

«Entrambi i lavori sono stati apprezzati e presentati con grande enfasi dagli organizzatori  internazionali, che hanno sottolineato come l’alta qualità lavorativa e il “gold standard” assistenziale  spesso si trovino in realtà sanitarie più piccole dove a fare la differenza sono la preparazione,  l’entusiasmo e la dedizione degli operatori sanitari – commenta Masturzo – Per l’ASLBI si tratta di un  riconoscimento europeo prestigioso».

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