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Biella, l’estate e un mare di polemiche

Sale & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

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“E la chiamano estate” cantava Bruno Martino e noi in questo mood ci vogliamo immergere anche a Biella che, seppur in prossimità delle montagne, abbiamo scoperto che un mare tutto suo ce l’ha: il mare delle polemiche. Che d’estate sono ancora più roventi del caldo stesso, basti pensare al tema delle vie di comunicazione: lavori sul ponte, lavori in superstrada, code infinite, lamentele di tutti contro tutti, sui social e non, che tradiscono un po’ una certa esasperazione per quello che i cittadini sono costretti a vivere tutti i giorni.

Il tutto mentre la politica locale, chiusa nella sua torre d’avorio di palazzo Oropa, fa spallucce sui problemi concreti mentre pare essere interessata al solo tema che conta: le prossime amministrative 2024. Il sindaco Corradino, su questo fronte, si dimostra il numero uno: quando non sa più che pesci pigliare (come per i cantieri fermi sul ponte di Chiavazza) alza il telefono e chiama in soccorso nientemeno che capitan Salvini, l’eroe nazionale protettore dei ponti, primo fra tutti quello di Messina.

Segno evidente che tutti noi, al momento del famigerato inchino che proprio Corradino fece a Salvini in visita elettoral/pastorale a Biella, non avevamo capito per niente le potenzialità di quel gesto che nascondeva ai più la possibilità di un filo diretto dalle inaspettate ricadute sul territorio. Per questo approfitterei ancora di questo fil rouge padano per fare un’altra importante telefonata a Salvini riguardante l’ascensore di Biella Piazzo (definirlo ancora funicolare sarebbe un delitto), che questa volta l’ha combinata davvero grossa “sequestrando per un paio di mezz’ore abbondanti” – con il suo perenne malfunzionamento – turisti americani in visita a Biella.

Onde evitare nuove “crisi diplomatiche e internazionali” meglio fare uno squillo preventivo al capitano, che anche sul fronte “esteri” saprà certamente dire la sua. Tra i temi caldi dell’estate – infine – il destino dell’albergo diurno in prossimità dei giardini Zumaglini, chiuso in epoca Covid e che per volere dell’amministrazione dovrebbe essere riaperto con altre finalità (ad esempio si vocifera di un bar) previa ristrutturazione.

Premesso che su questo tema ci ritorneremo, pare evidente a tutti che in un’ottica di recupero manchi la pur minima programmazione per quella che dovrebbe diventare la nuova piazza Vittorio Veneto del futuro tenendo conto della storia della costruzione (datata 1957) e che meriterebbe una ragionamento ben più articolato. Un bar lo apri quando vuoi, una zona pedonale (se mai diventerà tale) la devi prima creare, condividere, tenendo bene a mente tutti i potenziali impatti che andrà a creare.

In ogni calda estate che si rispetti, anche a Biella non può mancare il salvagente per riuscire a stare a galla nel nostro mare di polemiche che è sempre in tempesta. Se il salvagente si buca però, facile immaginare che alla fine o sai nuotare o vai a fondo. Prendendo a prestito un vecchio proverbio, candidato sindaco avvisato, candidato sindaco… SALVinato (licenza poetica o forse è il caldo di queste ore…)

Luigi Apicella

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2 Commenti

1 Commento

  1. Pier Giovanni Malanotte

    21 Luglio 2023 at 9:58

    Pensiero cattivo : ma gli attuali amministratori ( è esatta la qualifica ? )sono stati votati.

  2. Ardmando

    21 Luglio 2023 at 12:08

    Il sindaco Gabibbo non meriterebbe di amministrare nemmeno uno sgabuzzino.

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