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Anche nella lotta ai tumori Biella è all’avanguardia
Anche nella lotta ai tumori Biella è all’avanguardia.
A diciotto mesi dalla sua presentazione è stato infatti tracciato nei giorni scorsi, nel corso di un’apposita conferenza stampa, il bilancio del progetto di “Digital Pathology” attivo nel reparto di anatomia patologica dell’ospedale cittadino, che si è confermato essere un punto di riferimento di innovazione a livello nazionale e non solo. Grazie alla collaborazione tra Asl BI, Fondazione Edo ed Elvo Tempia e Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e ad un investimento da 400mila euro, l’ospedale degli Infermi è la prima struttura sanitaria del nord Italia dotata di questa tecnologia per la diagnostica di routine: da febbraio, quando è iniziata la piena operatività, a oggi è stata analizzata una media di 2mila – 2700 vetrini al mese, tutti trasformati in immagini ad alta risoluzione, in grado di essere “lavorate” da programmi che sostengono l’accuratezza della diagnosi e soprattutto di essere condivise in tempo reale con specialisti di tutto il mondo. Non a caso, negli scorsi mesi il suo funzionamento è stato oggetto di interesse e di visite da parte dell’Istituto Nazionale dei Tumori e dell’Humanitas di Milano, ma anche del Centro Tumori di Nanchino (Cina) oltre che di altri ospedali piemontesi.
L’adozione di questo sistema da parte della struttura complessa di anatomia patologica permette oggi il confronto in teleconferenza tra specialisti sulle patologie dei pazienti e consente di visualizzare da remoto i preparati istologici virtuali su qualsiasi computer collegato a internet. In questo modo è resa possibile la condivisione e la discussione di casi complessi con gli specialisti indipendentemente dalla loro ubicazione geografica. Grazie a una piattaforma digitale, con un database dedicato e un sistema di refertazione “in cloud”, il tradizionale vetrino per microscopio viene trasformato in immagine digitalizzata. In questo modo l’esame può essere osservato sia all’interno del reparto di anatomia patologica dell’ospedale di Biella, sia negli analoghi reparti di altre strutture oncologiche e universitarie. «Per esempio – osserva Daniele Liscia, direttore della struttura di anatomia patologica dell’Asl di Biella – abbiamo una convenzione con il centro di Candiolo per una seconda opinione sui sarcomi, una procedura che in alcuni casi complessi ha garantito una diagnosi più accurata».
Le nuove classificazioni delle patologie tumorali, le linee guida rilasciate dalle reti oncologiche e le cosiddette “target therapies”, parte integrante della nuova medicina personalizzata, stanno modificando i percorsi diagnostico-terapeutici imponendo scelte organizzative e gestionali innovative, basate sulle nuove tecnologie. L’esperienza di Biella rientra perfettamente in questo nuovo paradigma in cui si punta a una formulazione di diagnosi condivise nella forma e nella sostanza, con il ricorso a esperti di singole patologie organizzati in una rete di specialisti che, senza la Digital Pathology sarebbe irrealizzabile e impensabile. Tutto questo consente di offrire diagnosi di alta qualità e specializzazione sempre più accessibili, riducendo i tempi di refertazione.
E se la digitalizzazione di tutta l’attività di routine clinica dell’anatomia patologica, grazie a questo progetto, è oggi realtà, restano ancora altri due grandi passi da compiere. Il primo è quello di sfruttare appieno la nuova tecnologia per sviluppare e consolidare le collaborazioni interaziendali con altri ospedali e centri al fine di mettere a fattor comune le diverse esperienze e competenze a beneficio dell’utenza e dei pazienti. Il secondo, non meno ambizioso, è quello di far partire progetti di ricerca applicata in collaborazione con altri centri d’eccellenza e con la stessa Fondazione Tempia, negli ambiti della genomica e dell’intelligenza artificiale per puntare a metodiche e a software di analisi di immagini che possano migliorare ancora di più l’efficienza, l’efficacia e la qualità delle diagnosi dei tumori.
«Aver potuto contare in questi mesi su una tecnologia così importante come la Digital Pathology – spiega il commissario dell’Asl di Biella Diego Poggio – ha di certo rappresentato una grande opportunità. Ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e la Fondazione Tempia perché come sempre dimostrano vicinanza verso la nostra azienda sanitaria, ma soprattutto verso i nostri pazienti e i cittadini biellesi. Crediamo nel potere che le innovazioni hanno per la cura e l’approfondimento diagnostico».
Secondo Viola Erdini, presidente della Fondazione Tempia, «l’ospedale di Biella è il primo centro nel Nord-Italia ad aver installato a pieno regime un sistema di patologia digitale per una diagnostica all’avanguardia, per offrire il meglio della tecnologia ai pazienti nel momento della diagnosi in termini di qualità, accessibilità e di tempistiche».
«La digital pathology rappresenta uno dei migliori esempi del livello d’avanguardia tecnologica a cui, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, è collocato il nuovo ospedale di Biella – aggiunge il presidente della Fondazione Crb Franco Ferraris».
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