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Altro che Biella Up, la città digitale è ora una barzelletta

Anche il domino non è più del comune. Acquisito da “M come Matteotti” per 3 (!!) euro

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altro che biella up

Altro che Biella Up, la città digitale è ora una barzelletta.

«Grazie a questa iniziativa saremo la prima città al mondo che diventa Digitale Sistemica, per generare sviluppo economico, crescita sociale e rispetto ambientale… Il comune di Biella ha fatto l’investimento per generare le vetrine digitali di tutte le attività commerciali. Ora gli imprenditori potranno utilizzare gratuitamente Biella Up per promuovere il proprio business, pagando solo il successo».

Così nel maggio 2022 l’allora assessore al commercio Barbara Greggio presentava un progetto che avrebbe rivoluzionato, in meglio, la crescita economica e sociale della città. Attraverso l’impiego di QR code nei negozi, app per i turisti, wifi per collegare esercenti, cittadini e tutto l’ambaradam conseguente.

Altro che Biella Up, la città digitale è ora una barzelletta

Non è andata così. A distanza di tre anni dalla presentazione del progetto avvenuta nel maggio 2022 non c’è stato e non c’è nulla. Biella Up, finanziata con i soldi del Distretto Urbano del Commercio, è finito su un binario morto.

Anzi è proprio deceduto. Come dimostra il fatto che il domino “Biella Up” non è nemmeno più del comune. Ma è stato acquistato dal comitato “M come Matteotti” per l’esorbitante cifra (si fa per dire ovviamente) di 3 euro e 50 centesimi.

La presa in giro

Con un tono da sberleffo, per non dire altro, i nuovi proprietari, “M come Matteotti” appunto, spiegano i motivi della recentissima acquisizione. «Biellaup.it è nostro. Pagato 3,50 euro. Il Wi-Fi può attendere. Tre anni fa (un battito di ciglia nella Storia dell’Umanità) c’è stato un momento in cui Biella era stata dichiarata “la prima città al mondo” che diventa Digitale Sistemica. Per generare sviluppo economico, crescita sociale e rispetto ambientale. Piattaforme integrate, QR code nei negozi, app per i turisti, wifi che collegava esercenti, cittadini, piccioni. Un progetto ambizioso, serio, con tanto di video istituzionali ancora reperibili su YouTube e presentazioni in PowerPoint con font eleganti.

Poi, un giorno, chi gestiva tutto questo si è dimenticato di rinnovare il dominio. Ed è qui che entriamo in gioco noi. Abbiamo visto biellaup.it vagare senza casa, orfano, pronto a essere adottato da qualche oscuro portale di casinò online, da truffatori nigeriani o da un collezionista di domini per adulti. Ci siamo connessi e poi ci siamo pure commossi. E abbiamo fatto l’unica cosa giusta: l’abbiamo comprato. Spesa totale: 3 euro e 50 centesimi. Meno di un caffè e brioche in piazza Duomo».

Ecco perché

I matteottiani spiegano perché l’hanno fatto. «Ci faceva male vedere il nome di Biella così per aria, come una bicicletta abbandonate senza sella davanti al tribunale. Perché se dici che vuoi “digitalizzare il territorio” ma poi ti dimentichi di rinnovare l’hosting forse due domande sul progetto te le devi fare. Perchè noi sappiamo stimare il valore di 20.000 e rotti euro pubblici. A tanto pare sia ammontato il costo dei “servizi di digitalizzazione connessi al Distretto Urbano del Commercio” tra 2023 e 2024, denaro della Regione amministrato del Comune. E di nuovo ti fa male al cuore. E anche perché, dai, era troppo divertente per non farlo.

Cosa faremo con biellaup.it? Non lo sappiamo con certezza. Ma promettiamo che: Non venderemo criptovalute (anche se ci hanno già scritto in tre). Non pubblicheremo truffe, virus o pubblicità invadenti. Non faremo finta di essere un portale istituzionale (non ce lo chiede nessuno). Ci limiteremo a usare questo spazio con affetto, ironia e senso del contesto. Per Biella. Per ridere anche un po’. Perché sì. Ah, e ovviamente. Se il Comune o chi ha ideato Biella Up volesse riprendere in mano il progetto e fare davvero qualcosa con il dominio, Noi ci siamo. Lo cediamo gratis, senza rancore. Magari con una stretta di mano e un caffè (pagato da voi). In sintesi? Biellaup.it è salvo. L’abbiamo preso noi. Costa poco, vale tanto. E no, non servono fondi pubblici e incarichi ben pagati per ricordarsi di cliccare su ‘rinnova dominio’ prima della scadenza».

Il comune: «Non è di nostra proprietà»

In risposta al comunicato di “M come Matteotti”, il comune ha emesso il seguente comunicato. «Relativamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa sul dominio Biella Up, l’amministrazione dichiara che il suddetto dominio non è mai stato intestato alla amministrazione di Biella. Che quindi non aveva e non ha alcuna possibilità di rinnovarlo. L’assessorato al Commercio ha provveduto a richiedere spiegazioni alla società che lo gestisce in virtù di un contratto stipulato dalla precedente amministrazione».

“Se lo (ri)volete ve lo regaliamo”

A stretto giro di posta al comunicato del comune è seguito quello (sempre più divertito) di “M come Matteotti”. «Leggiamo con un certo stupore che l’amministrazione “non aveva alcun modo” di impedire l’acquisto del dominio. Ecco… no. Non è vero. Bastava una carta di credito, una connessione internet e la voglia di cliccare “rinnova”. Non c’erano hacker, trappole o server nordcoreani da bucare: era tutto pubblico, libero e perfettamente accessibile.

Se l’amministrazione non aveva modo di farlo, ci domandiamo: ha almeno modo di mettere una sveglia? Ribadiamo, come già detto: il dominio è a disposizione gratuitamente per qualunque progetto utile alla cittadinanza. Purché venga effettivamente fatto».
LEGGI ANCHE: Nasce Biella Up per negozi e aziende

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1 Commento

1 Commento

  1. Lello

    17 Luglio 2025 at 17:20

    Feccia comunista

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