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Allarme inquinamento per il lago di Viverone
Su tre punti analizzati due risultano fortemente inquinati
Allarme inquinamento per il lago di Viverone. La zona finisce sotto i riflettori, e non per meriti. Almeno stando a Goletta dei Laghi 2025, la storica campagna di Legambiente che da due decenni monitora lo stato di salute dei principali bacini lacustri italiani.
L’ultimo bilancio dipinge un quadro preoccupante per i sei laghi piemontesi analizzati, tra cui appunto quello di Viverone, sul versante biellese. Su 23 punti di prelievo esaminati, ben 13 sono risultati fuori dai limiti di legge: 10 classificati come fortemente inquinati e 3 come inquinati. Solo 10 i punti conformi.
Allarme inquinamento per il lago di Viverone
Tra i risultati peggiori, spiccano proprio quelli registrati nel territorio di Viverone. Le foci dei canali in fondo a strada Cocuello e strada Masseria-Venaria sono risultate fortemente inquinate, Segnando un netto peggioramento rispetto al 2024, quando non erano state rilevate criticità. Una regressione che desta allarme. Rimane invece stabile ed entro i limiti la foce del canale nella Roggia Piverone, sempre a Viverone, insieme alla foce del Rio Giacomino nel lago Piccolo di Avigliana.
I dati, raccolti tra giugno e luglio, sono stati presentati a Torino nel Forum Acque regionale organizzato da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. Oltre al Dossier Laghi, cambiamenti climatici e biodiversità, sono state avanzate dieci proposte concrete per raggiungere gli obiettivi europei su clima e tutela ambientale entro il 2030. Tra queste, l’incremento del 50% dello stato di conservazione di habitat e specie acquatiche. Un maggiore ricorso a soluzioni naturali per la mitigazione. E un deciso investimento nella conoscenza scientifica degli ecosistemi lacustri.
Necessario un cambiamento
«La situazione in Piemonte è preoccupante, con un bilancio in parte negativo e in peggioramento – ha dichiarato Emilio Bianco, portavoce nazionale della Goletta dei Laghi -. Dei 13 punti fuori norma, 9 mostrano un peggioramento rispetto al 2024, e 3 tornano a condizioni di criticità storica. È evidente la necessità di intervenire con decisione su depurazione, controllo degli scarichi e monitoraggi regolari. Per garantire la salute delle acque e delle persone».
Una realtà che colpisce anche territori come il Biellese, tradizionalmente vocati al turismo slow e al rapporto con la natura.
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