Attualità
«All’Anffas di Biella abbiamo già avuto quattro contagi, ma a ospiti e operatori non vengono fatti i tamponi»
Anche l’Anffas Biellese sta facendo i conti, da tempo, con l’emergenza sanitaria del “Corona-virus”. Al punto che una delle sue strutture è diventata addirittura un “caso”, di cui si è occupata anche la Rai.
Ivo Manavella, presidente della Cooperativa Integrazione biellese, in pratica il braccio operativo di Anffas, perché siete finiti sul telegiornale di Rai Uno?
“Perché abbiamo avuto quattro ospiti positivi al virus, con una persona deceduta. E poi altri tre operatori positivi”.
Stiamo parlando della struttura in centro Biella. Quante persone ci vivono?
“Una decina di ospiti e altrettanti operatori”.
Struttura che nonostante i problemi, è tuttora aperta?
“Sì. Da qui il nostro grido d’allarme alle autorità”.
Perché?
“Perché non sono stati fatti i tamponi anche alle altre persone, sia ospiti sia lavoratori. Alla luce del numero di persone già coinvolte, io non sono in grado di capire se c’è qualche altra persona con il virus… E quindi la situazione è esplosiva. Ho visto che al costo di 230 euro si possono far effettuare dei tamponi, in alcuni ospedali pubblici del Nord Italia. E’ forse questa la soluzione?”.
Non è facile convivere con questi problemi, in una struttura che ospita persone con disabilità.
“Appunto. Per questo chiediamo chiarezza alle autorità regionali e sanitarie. Perché in questi spazi non è semplice rispettare le distanze di sicurezza. Un conto sono le residenze per anziani, mediamente grandi, un conto sono comunità famiglie che vivono sostanzialmente in alloggi di un condominio come la nostra vicina a via Italia. Non è così agevole imporre mascherine, distanze, lavaggio delle mani costante ai nostri ragazzi che vivono come in una famiglia”.
Il centro diurno di Gaglianico è ancora chiuso?
“Per ora sì. Ma ci stiamo attrezzando per aprire il prima possibile, assicurando la massima sicurezza agli ospiti e agli operatori. Molte famiglie sono in enorme difficoltà, da tempo. Speriamo di poter tornare a dare loro una mano al più presto, perché l’encomiabile lavoro al telefono dei nostri educatori non può sostituire quanto viene svolto tutti i giorni nel nostro centro, tra laboratori e altre risorse di cui disponiamo”.
L’Anffas Biellese ha poi una struttura a Salussola. Contagi?
“Si tratta di una comunità con due case alloggio. Parliamo di una ventina di ospiti con altrettanto personale. Per ora non abbiamo avuto nessun caso di contagio, per fortuna. Ma è anche vero che non abbiamo potuto fare tamponi a nessuno. E quindi torniamo alla situazione di Biella”.
Quindi cosa chiedete ad Azienda sanitaria locale e Regione Piemonte?
“Attenzione. Le nostre strutture hanno bisogno di norme chiare e di aiuto. Non mascherine o prodotti per l’igiene che ci compriamo da soli ma, appunto, tamponi”.
red.cr.
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