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Ospedale questo sconosciuto

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Pubblichiamo la riflessione agrodolce dell’artista Omar Ronda sugli ospedali.

 

Se qualcuno di voi, per disgrazia, disavventura o semplicemente per malattia, si trovasse a passare qualche giorno in un ospedale – alias nosocomio – si renderebbe conto dell’esistenza di alcuni esseri endemici sconosciuti fino a quel momento.

Primo e più comune fra tutti è la “zoccolatrice”. Della “zoccolatrice” ne esistono varie specie.

A: la “zoccolatrice comune”. Essa si aggira per i reparti, di fianco, intorno, ma soprattutto sopra di voi! Munita di zoccoli che ripercuote incessantemente su tutti i pavimenti, si attiva nel momento preciso nel quale volete dormire. La “zoccolatrice comune” è tenace e, per tutto il vostro soggiorno, farà in modo di non concedervi mai un attimo di pace.

B: la “zoccolatrice straf.”. Questa si distingue dalla prima per la colorazione delle labbra, del viso, delle unghie e dei capelli. Il tacco dello zoccolo si slancia sottile – a volte è a spillo – e il rumore emesso è penetrante e micidiale. Il risultato comunque è in ogni caso quello di impedire ogni forma di riposo o relax nel raggio di almeno cento metri.

C: lo “zoccolatore”. Generalmente esso si mescola ai parenti, agli amici o ai conoscenti dei malati, in compagnia di altro “zoccolatore” o “zoccolatrice”. Va e viene, di qua e di là, producendo vibrazioni violente e insalubri.

D: altro personaggio caratteristico è quello del “caporione”. Evidentemente questi non ha mai letto la scritta che si trova all’ingresso del nosocomio – “Ospedale degli infermi” – e tratta il malcapitato di turno a voce alta, a tratti persino con tono arrogante e minaccioso, allo scopo di intimorirlo e sottometterlo. Lo sbarbatello “caporione” forse non è pienamente consapevole del fatto che la sua divisa bianca e azzurra che indossa, le attrezzature che utilizza, il suo lavoro e il suo stipendio sono stati pagati dalla povera vittima – cogliona – con anni e anni di contributi versati al governo ladro e ingrato.

E: l’ultimo abitante del nosocomio che vogliamo presentare è il “bragalon”. Esso è nato nei pressi del Colosseo e per sua natura ha un tono di voce da baritono di oratorio. Il “bragalon” se ne frega alla grande dei malati e, proprio nel vostro reparto, dove dovrebbe essere indicato con cartelli a chiare lettere “zona del silenzio e del riposo”, esprime le proprie inutili opinioni con voce da assiduo frequentatore di stadio comunale, trasformando un luogo di presunta pace e di recupero in un vero e proprio mercato delle vacche della provincia contadina. Il “bragalon” probabilmente non è ben conscio del fatto che la sua “vociaccia” rimbomba continuamente nel cervello del malato, vittima impotente e bersagliata.

Una volta guariti, il ritorno a casina vostra vi sembrerà una vacanza maldiviana. E pensare che eravate stati ricoverati per essere curati e riabilitati!

Tutto quanto sopra è frutto di esperienza personale e le ragioni possono essere sostenute e dimostrate in ogni momento. Tutto ciò potrebbe essere evitato con un minimo di buon senso e a costo zero!

 

OMAR RONDA

 

Pubblichiamo la riflessione agrodolce dell’artista Omar Ronda sugli ospedali.

 

Se qualcuno di voi, per disgrazia, disavventura o semplicemente per malattia, si trovasse a passare qualche giorno in un ospedale – alias nosocomio – si renderebbe conto dell’esistenza di alcuni esseri endemici sconosciuti fino a quel momento.

Primo e più comune fra tutti è la “zoccolatrice”. Della “zoccolatrice” ne esistono varie specie.

A: la “zoccolatrice comune”. Essa si aggira per i reparti, di fianco, intorno, ma soprattutto sopra di voi! Munita di zoccoli che ripercuote incessantemente su tutti i pavimenti, si attiva nel momento preciso nel quale volete dormire. La “zoccolatrice comune” è tenace e, per tutto il vostro soggiorno, farà in modo di non concedervi mai un attimo di pace.

B: la “zoccolatrice straf.”. Questa si distingue dalla prima per la colorazione delle labbra, del viso, delle unghie e dei capelli. Il tacco dello zoccolo si slancia sottile – a volte è a spillo – e il rumore emesso è penetrante e micidiale. Il risultato comunque è in ogni caso quello di impedire ogni forma di riposo o relax nel raggio di almeno cento metri.

C: lo “zoccolatore”. Generalmente esso si mescola ai parenti, agli amici o ai conoscenti dei malati, in compagnia di altro “zoccolatore” o “zoccolatrice”. Va e viene, di qua e di là, producendo vibrazioni violente e insalubri.

D: altro personaggio caratteristico è quello del “caporione”. Evidentemente questi non ha mai letto la scritta che si trova all’ingresso del nosocomio – “Ospedale degli infermi” – e tratta il malcapitato di turno a voce alta, a tratti persino con tono arrogante e minaccioso, allo scopo di intimorirlo e sottometterlo. Lo sbarbatello “caporione” forse non è pienamente consapevole del fatto che la sua divisa bianca e azzurra che indossa, le attrezzature che utilizza, il suo lavoro e il suo stipendio sono stati pagati dalla povera vittima – cogliona – con anni e anni di contributi versati al governo ladro e ingrato.

E: l’ultimo abitante del nosocomio che vogliamo presentare è il “bragalon”. Esso è nato nei pressi del Colosseo e per sua natura ha un tono di voce da baritono di oratorio. Il “bragalon” se ne frega alla grande dei malati e, proprio nel vostro reparto, dove dovrebbe essere indicato con cartelli a chiare lettere “zona del silenzio e del riposo”, esprime le proprie inutili opinioni con voce da assiduo frequentatore di stadio comunale, trasformando un luogo di presunta pace e di recupero in un vero e proprio mercato delle vacche della provincia contadina. Il “bragalon” probabilmente non è ben conscio del fatto che la sua “vociaccia” rimbomba continuamente nel cervello del malato, vittima impotente e bersagliata.

Una volta guariti, il ritorno a casina vostra vi sembrerà una vacanza maldiviana. E pensare che eravate stati ricoverati per essere curati e riabilitati!

Tutto quanto sopra è frutto di esperienza personale e le ragioni possono essere sostenute e dimostrate in ogni momento. Tutto ciò potrebbe essere evitato con un minimo di buon senso e a costo zero!

 

OMAR RONDA

 

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