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A Biella 498 detenuti. In Piemonte in tutto sono 4500

Oggi la visita del sindacalista del Sappe Donato Capece

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Biella, poliziotti penitenziari sventano l'ingresso di uno smartphone in carcere
A Biella 498 detenuti. In Piemonte in tutto sono 4500

A Biella 498 detenuti. In Piemonte in tutto sono 4500

Stamattina è in programma in carcere la visita  del segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece. Sarà accompagnato dal Segretario generale Aggiunto Giovanni Battista de Blasis. E dal segretario SAPPE del Piemonte Vicente Santilli e dai dirigenti sindacali regionali e locali.

I numeri

Il carcere di Biella, lo scorso 30 aprile, ospitava 498 detenuti in un contesto regionale che vede detenute complessivamente quasi 4.500 persone”. Evidenzia Capece. “La mia, nostra, presenza vuole essere soprattutto una testimonianza e un segnale di solidarietà e di vicinanza alle poliziotte ed ai colleghi in servizio a Biella. Pperano con umanità e grande professionalità. Altro obiettivo è rilanciare la denuncia per i problemi legati al sovraffollamento. E alla mancanza di risorse per far funzionare meglio gli istituti penitenziari”.

Rimedi

Per Capece. “Sarebbe fondamentale, per dare dignità alla detenzione, che i detenuti lavorassero.  Tutti, così da non stare tutto il giorno nell’apatia e senza fare nulla. Il dato oggettivo è che il budget largamente insufficiente assegnato per la remunerazione dei detenuti lavoranti ha condizionato e condiziona in modo particolare le attività lavorative necessarie per la gestione quotidiana di ogni istituto penitenziario. Tipo servizi di pulizia, cucina, manutenzione ordinaria del fabbricato. Così incidendo negativamente sulla qualità della vita all’interno dei penitenziari. Mi sembra evidente che se i detenuti fossero impegnati nel lavoro, nello studio ed in altre attività difficilmente ci sarebbero così tanti eventi critici in carcere”.

Integrità psicofisica

Evidenzia il leader del SAPPE. L’integrità psicofisica dei poliziotti penitenziari impiegati nelle carceri del Piemonte in particolare, è stata messa a dura prova. E specialmente nei mesi di giugno, luglio ed agosto dello scorso anno. Con numerose aggressioni subite anche negli ultimi 5 mesi”. Per il leader nazionale del primo Sindacato del Corpo.
“Dopo i tanti episodi di violenza di queste ultime settimane, non possiamo che invocare misure di maggiore rigore. Utile per riportare la legalità nelle carceri. Chiediamo che i detenuti violenti vengano ristetti in appositi istituti. Dove dovrebbero scontare la pena al regime chiuso, con applicazione delle misure restrittive di cui all’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario. Mettono a rischio l’ordine e la sicurezza e, spesso, si avvalgono anche della loro posizione di supremazia nei confronti degli altri reclusi. Chiediamo inoltre la dotazione del taser. O di altro strumento simile. Affinché gli agenti possano difendersi ed evitare che la violenza dei detenuti venga portata a conseguenze estreme».

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