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Arturo Manfrin appende la bicicletta al chiodo

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Non è stata una giornata di bicicletta come le altre.  O almeno non lo è stato per tutti.

Si è infatti conclusa domenica scorsa la lunga carriera di Arturo Manfrin, 75 anni e una passione incrollabile per le due ruote.

Non è stata una giornata di bicicletta come le altre.  O almeno non lo è stato per tutti. Si è infatti conclusa domenica scorsa la lunga carriera di Arturo Manfrin, 75 anni e una passione incrollabile per le due ruote.

Sul tracciato di Cascina Torta, a Vigliano, Manfrin ha disputato dunque la sua ultima gara, appendendo poi la classica “bicicletta al chiodo” per i cosiddetti “raggiunti limiti di età”. La gara – disputata su un tracciato in gran parte pianeggiante di circa due chilometri di lunghezza, con alcuni ostacoli da superare a piedi – era organizzata dagli Amici del Ciclo di Vigliano, proprio la squadra con la quale più di 40 anni fa aveva iniziato a correre. La competizione ha chiuso la stagione 2014 del ciclocross ed era valevole come 12esima e ultima prova del “Criterium Palzola” e come settima tappa del Campionato Provincia di Biella e Vercelli.

Dopo il minuto di silenzio in memoria di Fabrizio Frabello, per tutti “Gervasio”, la kermesse si è rivelata insidiosa a causa di quella patita di ghiaccio sul terreno che necessitava di una grande forza atletica per domarla, nonché doti tecniche e di equilibrismo di alto livello. Senza contare poi una scalinata “spacca-gambe” che per i migliori ha rappresentato un trampolino di lancio, mentre per tutti gli altri una sorta di calvario senza fine.

Ma alla resa dei conti, importava poco o nulla il risultato finale. E non ce ne vogliano i corridori che si sono messi particolarmente in luce e che sono saliti sul podio. Una volta tagliato il traguardo le luci dei riflettori erano tutte per lui, per Arturo Manfrin, che aveva appena scritto la parola “fine” alla sua carriera a livello agonistico. «Mi dispiace davvero tanto abbandonare il mondo delle gare – ha spiegato lo stesso Manfrin dopo lo striscione dell’arrivo, visibilmente emozionato (c’è che dice di avere visto anche una lacrimuccia solcare le rughe del suo volto, ma non è confermato, ndr) -, ma sicuramente non smetterò mai di andare in bicicletta, perché le due ruote e i pedali sono a tutti gli effetti la mia unica vera passione».

Una passione trasmessa al nipote, Alessio Ferraro Morey, 19 anni, un titolo italiano da assoluto dominato nel ciclocross due stagioni or sono e oggi una vita tutta nuova nel ciclismo su strada che sta per iniziare in Toscana, nelle fila del Team Altopack, che lo ha ingaggiato nei giorni scorsi. E proprio all’adorato “nipotino”, Arturo Manfrin rivolge il più classico degli “in bocca al lupo”. «Gli auguro tutto il bene di questo mondo – ha ammesso con parole carica di orgoglio – e spero davvero che un giorno riesca a sbarcare nel mondo del professionismo».

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