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«Servono medici, non veterinari»

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Ancor più in periodi come quello che stiamo vivendo, le nuove assunzioni da parte degli enti pubblici dovrebbero essere celebrate con l’inno alla gioia e il lancio di mortaretti. Ma a Biella non è così.

Ancor più in periodi come quello che stiamo vivendo, le nuove assunzioni da parte degli enti pubblici dovrebbero essere celebrate con l’inno alla gioia e il lancio di mortaretti. Ma a Biella non è così.

Almeno questo è quanto accaduto in questi giorni dopo la decisione dell’Azienda sanitaria di bandire un concorso per l’assunzione a tempo determinato (un anno) di un veterinario. Immediata la replica del sindacato, certamente molto arrabbiato dopo che le seimila assunzioni immediate promesse dal governo si sono dimostrate una mezza bufala: «Nella nostra azienda non servono veterinari – è il senso della polemica- o per meglio dire, prima è necessario procedere all’inserimento di altre figure professionali, in particolare quelle che si occupano della sicurezza sui luoghi di lavoro».

 

«Apprendiamo che l’Azienda sanitaria di Biella – si legge nel comunicato che porta la firma delle segreterie Cgil, Cisl e Uil – ha bandito un posto di dirigente veterinario e ne sta predisponendo la selezione per il conferimento di un incarico temporaneo di un anno. Le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono sempre contente quando c’è la possibilità di assumere soprattutto nel settore pubblico dove le assunzioni sono bloccate da anni e quelle poche che si fanno, si fanno con il contagocce».

 

Premesso questo, si passa poi al nocciolo della questione: «E’ proprio per questo che vorremmo capire come si scelgono le priorità in un territorio come il nostro. Noi ne indichiamo una. Nella nostra Asl il dipartimento veterinario ha nel suo organico 14 medici veterinari e 3 tecnici. Il servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro ha nel suo organico due medici del lavoro e otto tecnici della prevenzione. Nel nostro territorio vi sono 13.000 aziende, ottomila di queste con almeno un dipendente per un totale di 40.000 lavoratori dipendenti. Qui sarebbero necessari ulteriori medici, tecnici, assistenti sanitari».

 

Espresse le motivazioni del loro dissenso i sindacati chiudono: «Una delle priorità è la prevenzione e la tutela della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. L’emergenza non sta nel servizio veterinario ma nell’assumere medici, tecnici, infermieri che prestano assistenza alle persone».

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