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Quando la speranza è la penultima a morire
Quando le storie sono belle valgono la pena di essere raccontate. Oggi voglio presentarvi due occhioni blu che portano il mio stesso nome. L’obiettivo di queste mie poche righe è quello di trasmettere un messaggio positivo a chi, come me, si trova e ritrova spesso spaesato in questa nostra cittadina. Silvia, dalle linee semplici e colorate dei suoi libri per bambini, ha saputo investire con poco nel meraviglioso parquet a scacchi del suo studio di tele umane, riscoprendosi abile ricamatrice di pensieri e parole su pelle.
Nascere con un’idea ben precisa e continuare l’evoluzione imparando ad adattare la propria crescita professionale e personale alle esigenze di una città, la nostra, che ancora questa primavera fatica a fiorire con noi, è una vittoria che merita prendere ad esempio. Vince ormai chi è capace di reinventarsi e di non fossilizzarsi su ciò che è stato, sbirciando con coraggio dietro quell’angolo di Biella che cela quel che sarà. Adoro le giovani donne che fanno e che disfano poiché molto spesso sono la prima a parlare e non agire, ma soprattutto adoro le giovani donne vestite di pantaloni e Chanel N°5, che credono alle loro mani, ascoltando il loro cuore.
Guardando la mia amica Silvia e i numerosi esempi che mi circondano, e che senza dubbio circonderanno anche voi, mi viene tanta voglia di diventare anche io coraggiosamente intraprendente. Prendere e andare, immaginare e creare, sognare e investire, quel fare e disfare che comporta cambiamento e che fa ancora troppa paura, non solo a me. Ma in fondo, in questo periodo morto, siamo davvero disposti ad accettare la volontà di chi vuole mettersi ancora una volta in gioco? Io spero tanto di sì. Ma si sa, chi vive sperando…
Silvia Serralunga
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