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Profonde crepe sul ponte della tangenziale

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Non fosse altro che per le leggi della probabilità è impossibile che crolli un’altra volta. Ma certamente le sue condizioni attuali non sono ottimali, tanto da richiedere robusti interventi manutentivi. E anche con un certa urgenza. Stiamo parlando del viadotto della tangenziale sul torrente Cervo, noto alla cronache anche per ben altre ragioni. Le fotografie allegate all’articolo (inviate da un lettore sul gruppo WhatsApp del giornale, iscrivetevi anche voi 335.6401203) testimoniano come i piloni che sorreggono la struttura siano in sofferenza. 

Non fosse altro che per le leggi della probabilità è impossibile che crolli un’altra volta. Ma certamente le sue condizioni attuali non sono ottimali, tanto da richiedere robusti interventi manutentivi. E anche con un certa urgenza. Stiamo parlando del viadotto della tangenziale sul torrente Cervo, noto alla cronache anche per ben altre ragioni. Le fotografie allegate all’articolo (inviate da un lettore sul gruppo WhatsApp del giornale, iscrivetevi anche voi 335.6401203) testimoniano come i piloni che sorreggono la struttura siano in sofferenza.
Non siamo esperti del settore, le crepe evidenti non sembrano interessare il corpo della struttura portante, ma i distacchi di pezzi di cemento non sono certamente un buon segno. Sofferenze incomprensibili perché il viadotto è di recente costruzione, anzi di recentissima realizzazione, visto che ha alle spalle meno di 20 anni di attività, un lasso di tempo molto corto per un’opera di questo genere.
L’attuale manufatto è stato infatti realizzato a seguito del crollo del precedente, miseramente finito nelle acque del Cervo alle ore 18,30 del 24 settembre 1993. Allora le cause furono individuate nell’erosione di un basamento da parte delle acque del torrente Cervo, una causa incredibile visto che all’epoca il livello e la forza dell’acqua non erano tali da provocare il crollo di una struttura inaugurata da Italstrade solamente il 16 maggio 1968.
Per quanto riguarda l’odierno viadotto c’è da dire che i malanni della struttura non sono una novità. Non più di tre anni fa infatti sono stati spesi 300mila euro per posizionare dei clinometri, apparecchiature di precisione capaci di misurare anche microspostamenti, segno evidente di una certa precarietà. L’intervento fu fortemente sollecitato dalla giunta provinciale dell’allora presidente Roberto Simonetti, preoccupato che ogni piena del Cervo provocasse danni irreparabili.
«A noi – commenta l’attuale presidente della Provincia, Emanuele Ramella Pralungo – non è giunta alcuna segnalazione in merito. Anni fa sono stati ottenuti dei finanziamenti per controllare il viadotto, ma all’epoca io non ero ancora presidente. Come in ogni altro tratto di strada provinciale, però, ci sono dei tecnici preposti a monitorare la situazione, ma che ovviamente fanno quello che possono. Non voglio scatenare polemiche, ma è curioso che lo fotografie siano state inviate ad un giornale e non all’ente di competenza».

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