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Omar Gioia, l’uomo della fisarmonica
Perché ci vuole orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, intinto dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio…
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
E’ il ritornello di una fra le più belle, e metaforicamente profonde, canzoni di Enzo Jannacci. Mi è tornato in mente, e da giorni non mi abbandona, leggendo il bel libro scritto da Enrico Strobino dal titolo “Omar Gioia, l’orecchio e il cuore. Ritratto di musicista popolare”. Già, Omar Gioia, su cui non c’è nulla da dire e da scrivere che non sia già stato detto e scritto. Della sua vita di imprenditore, di esponente di organizzazioni industriali e del commercio con l’estero, di viaggiatore curioso, sensibile e colto. Ma soprattutto della sua via di “uomo con la fisarmonica” che per oltre mezzo secolo ha portato allegria e serenità fra i biellesi. E gioia, perchè mai come in questo caso la locuzione latina nomen omen, il destino nel nome, risulta appropriata. E mai, come tragici ossimori, il dolore e l’invincibile strazio che ci affratella nell’essere sopravvissuti entrambi ad un’amatissima figlia, hanno segnato un uomo dal cuore grande.
Enrico Strobino ci racconta la vita, le opere e l’understatement (il termine modestia non è del tutto pertinente) di un uomo che ha reso eccezionale una normalità dell’essere che tutti abbiamo smarrito. Ma ci regala anche un’acuta metafora che diventa l’assunto da cui partire per decifrare Omar Gioia al di là delle sintassi meritatamente elogiative: l’orecchio e il cuore. Omar, ci rivela Strobino, suona da virtuoso ad orecchio, per lui la musica è qualcosa da ascoltare e da suonare piuttosto che da leggere e scrivere. Un orecchio che non si limita a sentire, ma ascolta ed inoltra ad un cuore che elabora e trasmette emozioni, doni e sentimenti. Non soltanto musicali, ma di vita nel cui secchio, per dirla con Jannacci, bisogna immergere il pacco dei talenti, delle speranze, della voglia e della capacità di lottare con un sorriso ed un ritornello, con la disponibilità a darsi. Omar Gioia ha vissuto da virtuoso la vita ad orecchio, e questo lo rende un personaggio raro perchè…..
Per fare certe cose
ci vuole orecchio!
Giuliano Ramella
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