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Oggi, 1° maggio, c’è poco da festeggiare
Oggi 1° maggio si festeggia il lavoro che non c’è e i lavoratori che sono sempre meno (e alcuni, anche oggi lavorano perché le garanzie e i diritti sono stati ridimensionati). Oggi che tutta la vita è messa a lavoro, ovvero è vita produttiva, in buona parte irregolare e precaria per italiani e migranti; oggi che le forme di assunzione si moltiplicano e precarizzano, producendo la flessibilità di salari e orari, fare festa è difficile! Oggi che il capitalismo nostrano non investe in attività produttive, ma in beni finanziari, e richiede finanziamenti ai governi e delocalizza le attività produttive, molti lavoratori sono in lotta e presidiano le imprese.
Oggi 1° maggio si festeggia il lavoro che non c’è e i lavoratori che sono sempre meno (e alcuni, anche oggi lavorano perché le garanzie e i diritti sono stati ridimensionati).
Oggi che tutta la vita è messa a lavoro, ovvero è vita produttiva, in buona parte irregolare e precaria per italiani e migranti; oggi che le forme di assunzione si moltiplicano e precarizzano, producendo la flessibilità di salari e orari, fare festa è difficile!
Oggi che il capitalismo nostrano non investe in attività produttive, ma in beni finanziari, e richiede finanziamenti ai governi e delocalizza le attività produttive, molti lavoratori sono in lotta e presidiano le imprese.
Oggi che il Governo si appresta a realizzare un piano del lavoro con la liberalizzazione acausale del contratto a tempo determinato con l’obiettivo di farlo diventare il contratto di lavoro standard in sostituzione di quello stabile, e la trasformazione del contratto di apprendistato in contratto di inserimento per i giovani meno qualificati, a stipendio inferiore (-30%) e con agevolazioni contributive solo per le imprese, non ci sentiamo di festeggiare!
Oggi 1° maggio 2014 c’è davvero poco da festeggiare.
L’Altra Europa con Tsipras vuol poter ancora festeggiare il 1° maggio, per questo si propone di fare lavoro e cambiare il lavoro, vuole: porre fine alle politiche d’austerità con finanziamenti diretti dell’Europa a basso tasso d’interesse per creare posti di lavoro; favorire gli investimenti pubblici per interventi strutturali sui territori; sospendere il “patto di bilancio” (Fiscal Compact) per dare spazio agli investimenti; ridiscutere la struttura del debito di tutti gli stati membri; avviare processi di tassazione dei guadagni finanziari.
In questa giornata, che non riesce ad essere di festa, pare necessario aprire una riflessione profonda che sappia ridiscutere le forme del lavoro: favorendone la stabilizzazione, la riduzione generalizzata degli orari di lavoro e inserendo il reddito di base come forma generale di remunerazione della produzione e riproduzione sociale…
L’Altra Europa con Tsipras intende costruire oggi una Europa dei diritti, dell’equità e della democrazia perché l’altra Europa sia possibile.
Comitato biellese
L’Altra Europa con Tsipras
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