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“No alla droga di Stato”
Caro direttore, interveniamo su un tema che ci sta a cuore e che, periodicamente, assurge alle cronache per l’evidente impatto sociale che il medesimo ha.
Caro direttore, interveniamo su un tema che ci sta a cuore e che, periodicamente, assurge alle cronache per l’evidente impatto sociale che il medesimo ha.
È notizia di un paio di settimane fa, pubblicata sul mattino di Padova, che di fronte al Sert di quella città due malviventi spacciavano droga ai tossicodipendenti che si recavano in quella struttura per “curarsi”.
La notizia ci ha colpiti perché ha rilievo per molteplici aspetti.
Il primo e più evidente e sul quale non avevamo mai riflettuto è che, effettivamente, questi luoghi possano diventare una piazza “comoda” per chi sia dedito allo spaccio per reperire facilmente la “clientela”. Ora chi scrive si rende perfettamente conto che detta problematica possa trovare facili soluzioni dal momento che, come è noto, chi si rivolge, è in cura e si reca al SERT ha, evidentemente, dei problemi con le sostanze stupefacenti ed altrettanto impensabile che gli operatori sanitari possano vigilare su ciò che accade all’esterno e nelle vicinanze della loro struttura e, consapevoli di ciò, non pretendiamo certamente che i medesimi svolgano anche il compito da “controllori” su eventuali movimentazioni sospette nelle aree circostanti la struttura.
Tuttavia non possiamo non denunciare un sentimento di malessere che alberga in quei cittadini, soprattutto donne e anziani, che risiedono nelle immediate vicinanze del SERT e che essendo a disagio, se non addirittura temendo per se stessi, deliberatamente evitano di passare di fronte alla suddetta struttura nelle ore di apertura del SERT.
Ma quel che qui più interessa è esprimere la posizione di Fratelli d’Italia in ordine all’efficacia e l’opportunità politica di scegliere la via della “droga di Stato” per affrontare il problema della tossicodipendenza.
Il metadone, tutti sanno, chiamato dagli operatori del settore “il farmaco”, non è nient’altro che una droga a tutti gli effetti, un oppiaceo per la precisione (come lo è l’eroina). Lo Stato, a parere di chi scrive, intende arginare e governare il problema dei tossicodipendenti con una sostanza che garantirebbe meno criticità in termini di crisi d’astinenza e di relativi rischi di overdose. In buona sostanza “non ti affannare alla ricerca della droga. Te la fornisco io con le modalità che ritengo più opportune affinchè diminuiscano i rischi di overdose ed affinchè tu non compia reati per procurarti sostanze illecitamente”.
E così, invece di affrontare il problema con la ferrea volontà di recuperare il cittadino, si cronicizza il problema al fine di poterlo governare dichiarando, nei fatti, la propria incapacità di trovare una soluzione. Sarebbe interessante avere i dati sul recupero totale degli accreditati al sert, su coloro che hanno continuato a scalare la dose del “farmaco” sino ad eliminare l’assunzione del medesimo.
Fratelli d’Italia immagina uno Stato differente. Immagina uno Stato che non consenta ai propri cittadini di buttare via la propria esistenza e di vivere ai margini della società tanto da essere avvertiti come un pericolo sociale dal cittadino medio. Vogliamo uno Stato che fornisca strutture idonee al recupero del tossicodipendente perché in quest’ultimo vede un uomo che ancora possa essere utile alla propria comunità. Non è accettabile accettare la vittoria di una sostanza sullo Stato e nemmeno è accettabile la politica del “minor danno possibile” quando c’è in ballo della vita dei propri cittadini.
Fratelli d’Italia dice no alla droga di Stato.
Gaetano Superbo e Francesca Delmastro delle Vedove
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