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Lettera ai potenti biellesi

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La consueta rubrica di Giuliano Ramella.

Cari Potenti Biellesi, la Befana, come da copione, tra qualche giorno si porterà via tutte le feste lasciandoci Voi.  Sarà perché nella gerla tutti non ci state, o forse perché senza di Voi la Quaresima è meno quaresimale.  Fatto sta che Voi ci siete e con Voi dobbiamo fare i conti.  Non siete più gli stessi Potenti di una volta, e oggi vi radunate quasi tutti nel recinto della politica e dei suoi derivati: “razza padrona” vi definì qualche decennio fa una rossa stirpe di aspiranti padroncini poi saziati con gavages che nemmeno le oche del Perigord; “razza ladrona” vi denominavano un tempo alcuni di Voi che ora poggiano le verdi celtiche natiche sui velluti del comando; “casta” vi qualifica una rabbiosa pubblicistica recente.  Siete sempre Voi, imperituri e immarcescibili, ormai praticamente soli al comando dopo l’estinzione degli altri Potenti con cui condividevate il controllo del territorio.

Industriali che adesso presentano i bilanci in tribunale o in Svizzera, banchieri e finanzieri ora impegnati in operazioni di killeraggio per mangiarsi fra loro, potenti e arroganti associazioni di categoria che non hanno neppure più gli occhi per piangere e vengono da Voi con il cappello in mano a chiedere sostegni contributi finanziamenti leggi speciali.  Voi siete l’alfa e l’omega, e noi a cui la massima aspirazione consentita è quella di sopravvivere guardiamo a Voi fidenti e trepidanti.   Eterna razza di immortali, epigoni dell’highlander brianzolo e del suo clone fiorentino che ora ci guida e pasce, avete il compito di dare un futuro a questa terra bella e lacrimosa, a noi e ai nostri figli.  Amen.     I vostri propositi di fine/inizio anno, con e senza paramenti sacri, li abbiamo sentiti,  letti e mandati a mente.  Fermatevi lì, non allargatevi oltre perché noi qui si sta come d’autunno sugli alberi le foglie e il vento impetuoso delle vostre promesse, delle vostre esortazioni ad essere (noi) ottimisti e propositivi combattenti, potrebbe esserci fatale.   Di chiacchiere si può morire, e le vostre sono  strutturalmente tossiche.

Brandendo la bandiera del rinnovamento e della rottamazione, avete pensionato qualcuno dei vostri padri e vi siete insediati al loro posto; comunque #statesereni, presto toccherà anche a Voi: ventenni zannuti stanno affilando i canini per affondarli nelle vostre terga politiche in rapido avvizzimento. Non sono vostri nemici, sono come Voi, figli vostri che giocano con il mito di Crono, predatori come Voi senza la vostra recente esperienza, ma più freschi e d’appetito gagliardo. Qualcuno potrebbe farcela a garantire la continuità della specie.  Noi vi amiamo e vi odiamo, vi ammiriamo e vi disprezziamo, cerchiamo verità nelle vostre parole e desidereremmo disperatamente trovarla, quando capita vi votiamo combattuti fra speranza e autocastrazione.   Abbiamo bisogno di Voi, e Voi lo sapete.  Non approfittatene, perché anche le formiche nel loro piccolo si incazzano. 

giulianoramella@tiscali.it

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