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La democrazia “onorevole” dei bambini del Villaggio Lamarmora

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Venerdì pomeriggio, giardino della Scuola Primaria del Villaggio Lamarmora, l’insegnante (chi scrive) si reca un attimo in bagno e, al suo ritorno, trova la propria sedia tutta piena di terra. Chiamo velocemente i miei e le mie alunne per chiedere spiegazioni ma tutti con le mani alzate (e sporche di terra) che si discolpavano dal fatto.

Venerdì pomeriggio, giardino della Scuola Primaria del Villaggio Lamarmora, l’insegnante (chi scrive) si reca un attimo in bagno e, al suo ritorno, trova la propria sedia tutta piena di terra. Chiamo velocemente i miei e le mie alunne per chiedere spiegazioni ma tutti con le mani alzate (e sporche di terra) che si discolpavano dal fatto.

Mi arrabbio, non tanto per la sedia ma perché nessuno si è assunto la responsabilità del gesto e gli dico che se non viene fuori il responsabile, oggi, non saremmo andati in palestra a fare Educazione Motoria. Prontamente si fa avanti un bambino che però, dopo pochi secondi, si chiarisce subito preferisca intestarsi una colpa non sua che saltare la ginnastica… I bambini (tra gli otto e i nove anni) allora si allontanano, si siedono in cerchio e cominciano a discutere e litigare.

“Sei stata tu! No, non è possibile, stavo raccogliendo i fiori! Allora sei stato tu! No ero in classe a prendere una cosa”… E via parlando…

A un certo punto finiscono e mi si avvicina una bambina “maestro, abbiamo trovato il responsabile” – “ah sì, e chi è stato?” – “Siamo stati tutti, tutti abbiamo giocato con la terra e tutti avremmo potuto sporcare la sedia…” – “ok, va bene, preparatevi che andiamo in palestra”.

 

Questo piccolo racconto che ha stupito me come le mie colleghe che hanno assistito al fatto potrebbe indurre moltissime riflessioni, sui bambini innanzi tutto, sulla loro maturità o sulla capacità di essere “collettivo”. Si potrebbe parlare anche del contesto dal quale provengono, tanto demonizzato quanto straordinariamente fecondo. Invece io mi permetto un’iperbole e metto a paragone questo esempio di “democrazia” con le parole di un oscuro deputato della Repubblica che, domenica scorsa a urne referendarie ancora aperte, preconizzava il non raggiungimento della maggioranza per la validità della consultazione con un bullesco “#ciaone”.

Gli alunni della terza elementare di una scuola in un quartiere popolare della periferia di Biella hanno dimostrato, concretamente, quanto la loro democrazia sia molto più “onorevole” di certe persone che siedono a Montecitorio.

Una piccola, grande speranza in un paese attualmente governato da cialtroni e cortigiani.

 

Roberto Pietrobon
www.alasinistra.org

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