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Inceneriamo i clandestini, Cavicchioli stia zitto

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Caro Direttore, ho seguito con interesse le prevedibili ed inevitabili polemiche che sono seguite alla ‘proposta’, formalizzata su Facebook dal Sindaco di Selve Marcone Maurizio Del Signore, e sintetizzata con la frase “Propongo i clandestini nell’inceneritore”. Dico subito e senza mezzi termini, che la ‘battuta’ è non solo infelice, ma è grave ed inaccettabile, tanto più se proveniente da un uomo politico che ricopre una importante carica pubblica. Ciò detto senza mezzi termini e senza alcun tentativo di ridimensionare la portata di una frase oggettivamente inammissibile, intendo però esprimere l’inaccettabilità della indignazione degli uomini di sinistra, rappresentati dal Sindaco di Biella Marco Cavicchioli che richiede provvedimenti al Prefetto di Biella,  e che, a fronte di una autentica stronzata di pessimo gusto, con la ipocrita moralità tipica della sinistra afferma trattarsi di un “grave segno di una pericolosa recrudescenza di razzismo”.

Contro questa cinematografica amplificazione di una pur legittima reazione critica intendo protestare, ricordando che il mondo politico che ruota intorno a Cavicchioli dovrebbe assolutamente tacere ed anzi vergognarsi da oltre mezzo secolo. Il Sindaco di Biella ed i suoi amici politici sono gli eredi di quel mondo che ha promosso alla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri un soggetto come Giovanni Spadolini. Una parte del mondo politico amato dagli amici di Cavicchioli lo votò direttamente, ed un’altra parte, quella più dogmatica ed ideologica, non lo votò ma non ne pretese mai la destituzione e nemmeno elevò la benché minima protesta. Eppure Giovanni Spadolini, anziché fare una battuta cretina come Del Signore, era un razzista “serio” e convinto. Ed è giusto, a mio parere, che i Biellesi si rendano conto di quanto sia fasulla l’indignazione che mostra la sinistra e che campeggia sugli organi di informazione cittadini.

Giovanni Spadolini scriveva nel 1944: “Tra il Fascismo e l’antifascismo, sempre il Fascismo, tra in nemico e l’alleato tedesco, sempre l’alleato tedesco” (Cfr. “La Stampa” del 23.4.1994). Ma non è tutto qui. Udite, udite:  Spadolini su “Italia e Civiltà” del 15 febbraio 1944, addirittura si lamentava che il Fascismo avesse perso “a poco a poco la sua agilità e il suo dinamismo rivoluzionario, proprio mentre riaffioravano i rimasugli della massoneria, i rottami del liberalismo, i detriti del giudaismo”. Questa non era una battuta cretina, ingiusta e sgradevolissima come la frase scritta dal Sindaco di Selve Marcone, ma era l’espressione di uno sconcio e convinto odio politico di natura razziale. Eppure nessuno degli amici di Marco Cavicchioli insorse, o richiese la rimozione del primo ministro repubblicano (anzi, … repubblichino!). Ecco perché se mi ha infastidito la frase idiota di Del Signore, mi ha infastidito dieci volte di più questa speculazione politica proveniente da parte di chi ha avuto i propri partiti  pieni di fascisti repubblichini e di fascisti razzisti. E se non basta, naturalmente, posso indicare in forma scritta centinaia di questi mascalzoni che sono stati fascisti prima ed antifascisti poi, repubblichini prima e partigiani poi, razzisti prima e democratici poi. Mi lasci dire, Direttore: è uno schifo di Italia!

Sandro Delmastro delle Vedove

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